In base a quali fattori è possibile scegliere i pannelli fotovoltaici giusti?

La scelta dei pannelli fotovoltaici giusti è fondamentale, dato che può avere un impatto significativo sulla tua vita e sull’economia familiare.

I pannelli fotovoltaici adatti infatti, possono aiutarti concretamente a risparmiare denaro sulla bolletta della luce, a patto che tu scelga qualcosa di appropriato in base alla zona in cui vivi e agli spazi a disposizione per l’installazione dei pannelli.

Tra l’altro, scegliere bene ti consente anche di ridurre le tue emissioni di carbonio e rendere la tua casa più sostenibile. Dunque c’è anche un importante aspetto ambientale da considerare e per questo diventa ancora più rilevante fare la scelta giusta sin dal primo momento.

Ci concentreremo allora adesso su quelli che sono i fattori più importanti da considerare nella scelta dei pannelli fotovoltaici, allo scopo di aiutarti a prendere una decisione informata.

Fattore 1: La potenza

La potenza è la quantità di energia che un pannello fotovoltaico è in grado di generare, e viene misurata in watt (W).

La potenza necessaria per produrre energia per una unità abitativa dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Le esigenze energetiche
  • La superficie disponibile per l’installazione dei pannelli
  • La quantità di ore di luce nella zona in cui si vive

Se ad esempio hai un consumo energetico elevato, avrai bisogno di pannelli fotovoltaici più potenti o potresti pensare direttamente ad un impianto con accumulo (l’energia prodotta non viene utilizzata in maniera diretta ma appunto accumulata all’interno di apposite batterie e utilizzata all’occorrenza).

Se invece hai una superficie limitata per l’installazione, come avviene in condominio, o se vivi in una zona con un basso irraggiamento solare, dovrai scegliere pannelli fotovoltaici più efficienti per ottimizzare lo spazio e le ore di luce a disposizione.

Fattore 2: L’efficienza

L’efficienza di un pannello fotovoltaico è la percentuale di energia solare che questo è in grado di convertire in energia elettrica. L’efficienza dei pannelli fotovoltaici viene misurata secondo il rapporto tra la quantità di energia elettrica che viene prodotta e i 1.000 watt.

Più i pannelli fotovoltaici sono efficienti dunque, maggiore è la loro capacità di convertire energia solare in energia elettrica. Questo significa che esistono pannelli in grado di generare più energia rispetto ad altri, a parità di superficie.

Come regola generale, è importante per te sapere che i pannelli fotovoltaici monocristallini sono generalmente più efficienti dei pannelli fotovoltaici policristallini.

Fattore 3: Le dimensioni

Le dimensioni dei pannelli fotovoltaici variano a seconda della potenza e dell’efficienza.

I pannelli fotovoltaici più potenti sono generalmente più grandi, mentre i pannelli fotovoltaici più efficienti sono generalmente più piccoli.

Le dimensioni dei pannelli fotovoltaici possono influire sull’estetica finale e sulla loro facilità di installazione.

Qui entra in gioco lo spazio a disposizione: c’è infatti grande differenza tra il tetto di una abitazione privata (interamente a disposizione per questo scopo) ed un condominio in cui ciascun condomino può occupare soltanto una piccola parte della superficie del tetto.

Tra l’altro più sono grandi i pannelli fotovoltaici, maggiore sarà il peso da considerare e dunque bisognerà calcolare la capacità del tetto di resistere ai carichi.

Fattore 4: Il costo

Il costo dei pannelli fotovoltaici varia a seconda della potenza, dell’efficienza, delle dimensioni e della marca. In generale, i pannelli fotovoltaici più potenti, efficienti e di marca sono più costosi.

È importante confrontare i prezzi di diversi produttori prima di prendere una decisione d’acquisto.

Esistono ad ogni modo anche interessanti incentivi fiscali e detrazioni che rendono ancora più conveniente l’acquisto di questi pannelli.

Tale aspetto è particolarmente importante perché consente di accorciare notevolmente i tempi entro i quali un impianto di questo tipo è in grado di ripagarsi.

Per approfondire puoi richiedere consulenza ed eventuale sopralluogo a Sungroup, azienda che realizza impianti fotovoltaici Torino, la quale offre anche assistenza per le varie pratiche di detrazione fiscale e che può rispondere a tutte le tue domande in merito.

Fattore 5: La garanzia

La garanzia è un’importante fattore da considerare quando si acquistano dei pannelli fotovoltaici, in quanto essa copre l’acquirente da eventuali difetti di fabbrica.

È importante a tal proposito distinguere tra la garanzia sull’installazione (che riguarda ad esempio la struttura che sorregge l’impianto) e quella sui componenti dei pannelli. La prima è solitamente più breve, la seconda può andare anche oltre i 20 anni.

È importante per questo scegliere una azienda i cui pannelli fotovoltaici abbiano una garanzia di lunga durata, così da poter stare tranquillo anche per gli anni a venire.

Conclusione

Come appare evidente, la scelta dei pannelli fotovoltaici adatti è importante in quanto può avere un impatto significativo sia sulla qualità della tua vita che sulle tue finanze.

Considerando i cinque fattori sopra elencati, ti sarà possibile prendere una decisione informata con la certezza di aver fatto un ottimo acquisto, anche per gli anni a venire.

Come sfruttare la detrazione fiscale per grate e inferriate

Sapevi che puoi risparmiare sfruttando la detrazione fiscale a seguito dell’installazione delle inferriate?

Inferriate e grate di sicurezza sono soluzioni valide utilizzate per aumentare il livello di sicurezza in un appartamento, ufficio o negozio.

Questi elementi, installati alle finestre o alle porte, impediscono fisicamente l’accesso non autorizzato all’interno dei locali e proteggono da furti e spaventi il proprietario e/o il nucleo familiare, nonché la merce ed eventuale attrezzatura presente in negozio o ufficio.

Un altro aspetto non meno importante che caratterizza grate di sicurezza e inferriate è quello che riguarda il loro impatto estetico: alcune persone infatti temono che questi elementi possano influire negativamente sull’estetica dell’edificio in cui vengono installate.

Tuttavia, le soluzioni oggi presenti sul mercato sono state progettate per avere un impatto minimo sul design di ogni edificio, garantendo una protezione efficace senza compromettere l’aspetto estetico.

Inoltre, è possibile accedere a interessanti detrazioni fiscali che possono aiutare a ripagare l’investimento, rendendo l’installazione di inferriate e grate di sicurezza una soluzione conveniente sia dal punto di vista della sicurezza che dal punto di vista finanziario, come segue.

La detrazione fiscale per le inferriate

Come probabilmente sai già, la detrazione fiscale è un incentivo che consente di recuperare nel tempo un investimento tramite una riduzione dell’imposta dovuta.

In questo caso specifico, la detrazione fiscale per grate ed inferriate ti permette di ottenere una riduzione dell’imposta dovuta sul loro acquisto ed installazione relativamente alla tua abitazione, negozio o ufficio.

Come funziona la detrazione fiscale per grate e inferriate

La detrazione fiscale per grate ed inferriate funziona attraverso un meccanismo di detrazione in cinque rate annuali.

Ciò significa che potrai detrarre dalle tue tasse una quota pari al 50% del costo sostenuto per l’acquisto e l’installazione delle inferriate, ma dovrai farlo in cinque rate annuali di pari importo.

Quali sono i requisiti per la detrazione fiscale?

Per poter beneficiare della detrazione fiscale per grate di sicurezza e inferriate, ci sono alcuni requisiti che devi soddisfare.

In primo luogo, devi essere in possesso di un immobile che utilizzi come abitazione principale. In secondo luogo, le inferriate devono essere state installate su finestre o portefinestre che danno su strade pubbliche o su spazi comuni condominiali.

In terzo luogo, devi essere in possesso di una fattura che attesti l’acquisto e l’installazione delle inferriate.

Come ottenere la detrazione fiscale relativa alle inferriate

Per richiedere la detrazione fiscale per le inferriate, devi compilare il modello 730 o il modello Unico.

In entrambi i casi, dovrai inserire la spesa sostenuta per l’acquisto e l’installazione delle inferriate nella sezione relativa alle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia.

Inoltre, dovrai allegare alla dichiarazione la fattura che attesta l’acquisto e l’installazione delle inferriate.

Altre soluzioni per la sicurezza di casa

Oltre alle inferriate, esistono diverse soluzioni per garantire la sicurezza di casa. Ad esempio, puoi installare porte blindate, sistemi di allarme o videosorveglianza.

Come probabilmente sai già, anche per queste soluzioni esistono incentivi fiscali che possono aiutarti a risparmiare e recuperare sulle tue tasse.

Tuttavia, è importante verificare i requisiti e le modalità per accedere a tali incentivi, poiché possono variare a seconda del tipo di intervento che andrai ad effettuare.

Per quel che riguarda l’estetica, le grate di sicurezza e le inferriate consentono una ampia scelta e diversi modelli differenti, che possono adattarsi perfettamente a qualsiasi tipo di contesto estetico.

Ci sono soluzioni che si integrano perfettamente con il design esistente, al punto tale da riuscire addirittura a “nascondersi”, o quelle che possono essere personalizzate per abbinarsi al colore o allo stile che si preferisce.

Inoltre, esistono anche opzioni “a scomparsa” che possono essere ritratte e nascoste quando non in uso, mantenendo l’estetica dell’edificio intatta.

Assistere una persona disabile nella vasca da bagno: insidie e sforzi fisici

Fare il bagno è spesso un’impresa alquanto impegnativa dal punto di vista fisico anche per chi assiste una persona disabile, ma con le giuste precauzioni e accortezze è possibile rendere l’esperienza più sicura e confortevole per entrambi.

Certamente la sicurezza ed il comfort devono essere la priorità, ma ci sono anche degli sforzi fisici da considerare, i quali aumentano quando la capacità di movimento della persona assistita è minima.

Di seguito andremo dunque ad esplorare le difficoltà legate all’aiutare una persona disabile a fare il bagno nella vasca e vedremo in che modo è possibile superare queste difficoltà.

La sicurezza in primo piano

Assistere una persona disabile nella vasca da bagno richiede molta attenzione e dunque grande sicurezza.

La persona disabile o anziana potrebbe infatti avere difficoltà a mantenere l’equilibrio o a sollevarsi, quindi è importante avere a disposizione una sedia da bagno o altro tipo di supporto sul quale far leva per riuscire ad entrare ed uscire dalla vasca.

Inoltre, è importante avere a portata di mano quanti più appigli è possibile sui quali poter fare affidamento in caso di perdita di equilibrio o necessità di appoggiarsi.

Ad ogni modo, sarebbe consigliabile il sostituire la vecchia vasca da bagno con una delle moderne vasche con sportello per anziani, le quali consentono di accedere più facilmente e che risparmiano una notevole fatica sia alla persona interessata che a chi offre assistenza.

Sfide fisiche per chi assiste

Assistere una persona disabile durante il bagno nella vasca può essere dunque faticoso anche per la persona che lo assiste.

Sollevare e sostenere il peso del disabile o anziano può causare stress non indifferente alle braccia, alle spalle e alla schiena. In alcuni casi si può incappare in uno strappo muscolare o contrattura.

È importante dunque assicurarsi di avere una buona postura e di usare la giusta tecnica per sollevare il disabile, per evitare infortuni e per evitare che possa scappare la presa.

Per questo motivo, è importante prendersi delle pause e riposarsi se ci si sente stanchi o doloranti.

L’organizzazione è tutto

Organizzare ogni cosa in anticipo è di fondamentale importanza per riuscire ad aiutare una persona anziana o disabile a fare il bagno senza intoppi.

Per questo motivo, dato che l’ambiente circostante influisce sulla sicurezza e sul comfort dell’individuo, è importante assicurarsi che non ci siano ingombri in giro o altri elementi di disturbo.

La vasca deve già essere ben pulita ed è bene fare in modo che ci sia abbastanza luce per avere una luminosità ottimale.

Inoltre, è importante avere a portata di mano tutti i prodotti necessari come il sapone, il shampoo e l’asciugamano.

Comunicazione e cooperazione

La comunicazione e la cooperazione sono fondamentali per assistere adeguatamente una persona disabile, anche quando si tratta di fare il bagno nella vasca.

È importante che la persona disabile sappia cosa aspettarsi e che possa esprimere le sue esigenze e le sue eventuali insicurezza. Inoltre, è importante che la persona che assiste il disabile sia disponibile ad ascoltare e a rispondere ad ogni richiesta.

In breve

Assistere una persona disabile durante il bagno nella vasca può essere un compito difficile e faticoso, ma con le giuste precauzioni ed accortezze, è possibile rendere l’esperienza sicura e confortevole per entrambi.

È importante essere consapevoli della tipologia di disabilità e delle abitudini della persona cui si offre assistenza, e organizzare tutto in anticipo.

Se possibile è opportuno valutare anche delle alternative alla vasca da bagno tradizionale, dato che oggi il mercato offre soluzioni in grado di rendere la vita più facile sia per la persona interessata da disabilità che per chi presta assistenza.

Linee vita e ponteggi

I ponteggi rappresentano una risorsa irrinunciabile per qualsiasi azienda che opera nel campo dell’edilizia.

Essi consentono infatti agli operatori di riuscire a raggiungere le zone più alte del palazzo o edificio oggetto di cantiere e di poter lavorare in facilità su tutta la superficie da ristrutturare o costruire.

Bisogna però considerare che durante le fasi di montaggio e smontaggio del ponteggio si è più esposti al pericolo maggiore per un lavoratore che presta il proprio servizio ad alta quota: la caduta verso il basso.

Tale pericolo in realtà a è presente anche quando il ponteggio è montato ed i lavoratori si muovono su di esso per svolgere le mansioni quotidiane.

Dunque i lavoratori sono soggetti ad un potenziale rischio di caduta durante tutta la loro permanenza sul ponteggio, ed è per questo che si cerca di individuare soluzioni che possano garantire la tutela dell’integrità fisica dei lavoratori.

Il lavoro ad alta quota

È importante specificare che il Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro individua in 2 metri l’altezza a partire dalla quale si può parlare di lavoro ad alta quota, oltre la quale diventa dunque necessario adottare tutte le misure di sicurezza prevista dalla legge stessa.

Ciò vale per quanti lavorano con e sui ponteggi ma anche per coloro i quali salgono direttamente sul tetto o lavorano sulle piattaforme, le quali possono raggiungere anche i diversi metri di altezza.

Dunque chiunque, a qualsiasi titolo, sia chiamato a lavorare ad una quota superiore ai 2 metri di altezza, per legge deve poter usufruire di tutti i dispositivi di protezione individuale o collettivi idonei a tutelarne la salute e la sicurezza.

Le linee vita per i ponteggi

Le linee vita rappresentano dunque una risorsa preziosa ed offrono la soluzione sicura e facile da installare, per questo considerate il dispositivo perfetto per quanti in cantiere gestiscono la sicurezza dei lavoratori in alta quota.

Si tratta di un punto sicuro di ancoraggio, in particolar modo una fune d’acciaio tesa tra due fissaggi, il cui scopo è proprio quello di consentire ai lavoratori di poter ancorare qui la propria imbracatura di sicurezza.

In questa maniera, anche se dovesse verificarsi una caduta improvvisa, questa verrebbe immediatamente arrestata dal dispositivo di protezione individuale indossato dal lavoratore, che è a sua volta agganciato alla linea vita.

Le linee vita hanno bisogno di manutenzione?

Le linee vita, così come qualsiasi altro tipo di dispositivo di sicurezza, hanno bisogno di una manutenzione ordinaria nel corso del tempo per verificare che esse funzionino perfettamente e consentano dunque ai lavoratori di poter operare in sicurezza.

Dunque per quel che riguarda la manutenzione di una linea vita si procede con una ispezione periodica, volta a determinare l’effettiva funzionalità del dispositivo, e controllare al tempo stesso che la struttura non abbia in alcun modo subito eventuali danni o manomissioni.

È proprio il  Decreto Legislativo 81/08, ovvero il Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, a prevedere l’obbligo di revisione delle linee vita e l’integrità di tutti gli altri dispositivi di sicurezza presenti.

Inoltre, c’è un aspetto legale non indifferente e che riguarda proprio i responsabili della sicurezza in cantiere o il datore di lavoro direttamente: nel momento in cui viene effettuata anche la revisione periodica delle linee vita infatti, essi sono sollevati da qualsiasi tipo di responsabilità, civile e penale, in caso di caduta.

Dunque un motivo in più per far effettuare non soltanto l’installazione delle linee vita tetto, ma anche la loro periodica manutenzione al fine di garantire sempre il massimo della sicurezza ai lavoratori e tutta la tutela necessaria ai responsabili di cantiere.

La rumorosità di un condizionatore d’aria

Quando ci accingiamo ad acquistare un nuovo condizionatore d’aria, siamo soliti valutare parametri quali la potenza, la possibilità di connettersi al Wi-Fi ed il design.

In realtà c’è un altro parametro che merita di essere preso in considerazione, dato che da esso dipende buona parte del comfort domestico. Parliamo proprio del livello di rumore del modello specifico che stiamo valutando, soprattutto in relazione all’ambiente di casa in cui andremo ad inserirlo.

Un aspetto molto importante per la zona notte

La quantità di rumore che produce un condizionatore d’aria viene misurata in decibel: più questo livello è basso, meno rumore sentiremo quando questo sarà in funzione. Soprattutto per quel che riguarda le camere da letto, è indispensabile che il climatizzatore d’aria sia il più possibile silenzioso.

Quando andiamo ad acquistare un nuovo climatizzatore d’aria dunque, dobbiamo assicurarci di controllare per bene quale sia il suo livello di rumorosità, e genericamente possiamo trovarlo all’interno delle specifiche tecniche del prodotto.

Di norma, livello di rumorosità di un condizionatore va di pari passo con la sua capacità di raffreddamento ed il motore, ovvero la macchina esterna, è solitamente più rumorosa dell’unità interna.

Sotto quale soglia di decibel un condizionatore viene considerato “silenzioso”?

In linea di massima, i dispositivi più silenziosi hanno un indice di rumorosità inferiore ai 35 decibel, e i condizionatori Daikin sono tra i più silenziosi al momento presenti sul mercato. In dettaglio, i condizionatori con la tecnologia inverter sono più silenziosi di quelli di tipo “on-off”.

Bisogna considerare che tra quelli di maggior qualità esistono addirittura condizionatori d’aria il cui livello di rumorosità scende sotto la soglia dei 20 decibel. Si tratta di ottime performance considerando che l’orecchio umano non è in grado di percepire dei rumori che scendono al di sotto dei 10 decibel.

Tieni conto di queste indicazioni dunque per la scelta del tuo nuovo condizionatore, soprattutto per quel che riguarda le camere da letto che necessitano di maggiore silenzio.

Una cucina “TOP”

La scelta del TOP per la cucina è di fondamentale importanza al momento della progettazione dell’arredamento di questo ambiente della casa, poiché circa il 70% delle azioni svolte in cucina saranno fatte sul piano da lavoro. Lasciamoci guidare da Pedrazzini Arreda, storica azienda di cucine Milano, che ci fornisce alcuni consigli per questa scelta così importante.

Il cliente che intende acquistare una nuova cucina spesso si trova confuso di fronte a nomi futuristici, spiegazioni sul procedimento di realizzazione che ci lasciano ancora più spiazzati e prezzi di ogni livello. Per questo è necessario fare un po’ di luce sui vari materiali attualmente in commercio. Ne prenderemo in considerazione tre che sono i più richiesti attualmente dal mercato e che accontentano un po’ tutti i palati e i portafogli.

  • Di grande effetto e molto gettonato ultimamente è il top in Dekton®, una miscela composta da oltre 20 minerali naturali. Nel suo processo produttivo sono inseriti vetro, materiali ceramici e quarzo di altissima qualità. Tra le sue caratteristiche principali vanta l’estrema resistenza a graffi, abrasioni, macchie e calore. Non solo, è igienico, impermeabile ai liquidi ed è immune da impronte ed aloni. Grazie all’assenza di porosità, i piani ultracompatti in Dekton® sono molto resistenti e igienici e quindi particolarmente adatti per il top cucina dove sono spesso accompagnati da alzatina e schienale nello stesso materiale per completare l’area operativa in modo funzionale e con lo stesso stile. Avendo questa qualità e robustezza risulta essere una scelta ottimale se si è disposti a scendere a patti con il prezzo che è altrettanto importante.
  • Altro materiale molto performante e versatile è il Fenix, che, come suggerisce il nome, si rigenera da eventuali micrograffi superficiali grazie alla termoriparabilità. E’ composto da cellulosa e resine di nuova generazione, sottoposte contemporaneamente a calore e pressione in fase di realizzazione. In questo modo si può creare un prodotto omogeneo e non poroso ad alta densità con caratteristiche uniche. La caratteristica singolare del piano da cucina in Fenix è che si presenta soffice al tatto. Ha una buona resistenza ai graffi, agli urti, all’abrasione, allo strofinamento e al calore secco. Un’alta attività di abbattimento della carica batterica rende la sua superficie igienica, idrorepellente, antimuffa e facile da pulire. Unica “pecca” sta nella poca versatilità in termini di colori ed effetti che si ripercuote però positivamente sul prezzo che in questo caso è più accessibile rispetto al Dekton.
  • Ed eccoci giunti al nostro ultimo candidato: il top in Stratificato HPL. Questo tipo di piano lavoro è costituito da strati di HPL – high pressure laminate – uniti tra loro grazie alla combinazione di calore e alta pressione. Lo Stratificato HPL è un materiale di eccellente qualità per le sue potenzialità funzionali ed estetiche come la resistenza all’usura, agli agenti chimici e alle alte temperature (fino a 180°C). Essendo facile da pulire, atossico ed antibatterico, risulta molto apprezzato soprattutto per la sua resistenza alle sollecitazioni. Anche questo prodotto risulta essere molto performante e permette la realizzazione del top in diversi colori ed effetti (legno, pietra, marmo, marmo e cemento). Da non sottovalutare in fase decisionale è sicuramente il prezzo che risulta più abbordabile.

Come già anticipato ci sono molti altri materiali utilizzabili per il top cucina come il Quarzo, il Corian, il laminato, il marmo e altri ancora ma in ogni caso è importante farsi consigliare da esperti di settore che sapranno sicuramente indirizzarvi verso la soluzione più adatta ai vostri gusti, alle vostre esigenze e anche alle vostre tasche, per avere il top cucina adatto alla vostra cucina TOP.

Realizzare siti web professionali

Già… qualsiasi web agency si riempe la bocca di grandi parole e grandi progetti web: siti web impeccabili, responsive, perfetti, posizionati nella top 10 di Google. Già … peccato che almeno il 95% di esse non sarà in grado di farvi realizzare nulla attraverso il canale web. Perchè? Perchè se l’utente non si fida di voi, se non ha ben chiaro cosa fare quando naviga il vostro sito, se non ha la chiara percezione di un sito web professionale … beh, andrà altrove.

Cosa intendiamo per sito web professionale? Parecchie cose. Intanto un sito privo di evidenti lacune, difetti, problemi di navigazione e bug tecnici, che possano essere facilmente notati dall’utente finale e quindi penalizzare l’esperienza di navigazione. Poi preciso, completo, ricco di informazioni o, comunque, di contenuti di qualità: originali, ben scritti, strutturati nel modo giusto. Un sito che consenta una facile interazione con l’utente, una ricerca precisa all’interno delle pagine, una navigazione veloce ed esaustiva. Potremmo andare avanti ancora molto, le caratteristiche possono comunque essere riassunte in: un sito che genera conversioni.

Non è assolutamente semplice generare conversioni, ecco perchè WebSenior rappresenta un pò un’eccezione nel panorama delle web agency di Monza e Brianza. Realizza e posiziona siti web professionali in grado di generare contatti profilati, e di trattenere il visitatore per tutto il tempo necessario a massimizzare le possibilità che generi una richiesta. Team professionale, polivalente, molto disponibile e soprattutto continuamente aggiornato su SEO, SEM e web marketing in generale. Provate ad affidarvi a loro, e tornate su queste pagine per farci sapere com’è andata!

IWM | Depuratori Acqua Domestici

Il 70% del nostro corpo è fatto d’acqua, garantire al nostro organismo il giusto apporto quotidiano di liquidi è quindi di fondamentale importanza per il nostro benessere. In particolare, bere dell’acqua buona è importante  per la nostra salute in quanto depura il corpo dalle tossine, mantiene la corporatura corporea, previene malattie renali, mantiene l’idratazione e favorisce la digestione. Spesso però l’acqua che arriva nelle nostre case tramite il rubinetto non è perfettamente equilibrata: un’acqua troppo ricca di un elemento e al tempo stesso povera di un altro può causare scompensi ed essere motivo di patologie anche serie, a lungo andare.

Chi è disposto quindi a risparmiare sulla propria salute? Nessuno, ragion per cui spesso si preferisce comprare dell’acqua minerale al supermercato, più costosa ma qualitativamente migliore e ben bilanciata. Certo, c’è lo svantaggio del dover spesso fare un salto in negozio a far rifornimento e dover poi trasportare fino in casa le pesantissime casse d’acqua. Il più delle volte, se non si è giovani e se non c’è l’ascensore a disposizione, può diventare davvero un problema provvedere all’approvvigionamento d’acqua potabile in appartamento. Esiste una soluzione in grado di rendere buona e sicura l’acqua del nostro rubinetto, consentendoci di risparmiare soldi e fatica?

Certo che esiste, ed è anche a portata di click! International Water Machines è una solida realtà in Italia nel settore del trattamento delle acque potabili, con una fitta rete di collaboratori e tecnici su tutto il territorio nazionale. Un depuratore acqua in casa ti consentirà di risparmiare tantissimo e bere da subito acqua pura. Scegli quello più adatto alle tue esigenze sul sito di IWM www.iwmceasa.it o lasciati consigliare da uno dei consulenti, ti aiuterà ad individuare il prodotto più adeguato a soddisfare le necessità tue e dei tuoi familiari. Contatta il numero verde 800 800 813 per richiedere tutte le informazioni di cui hai bisogno, riceverai una risposta rapida ed esauriente.

Lavoro: cercasi da 3,1 a 3,6 milioni di occupati entro il 2028

Nello scenario più positivo, in Lombardia, con un fabbisogno atteso pari a 669mila unità, si concentrerà oltre il 18% dell’intera domanda nazionale di lavoratori tra il 2024 e il 2028, nel Lazio il 9,8% (356mila unità), in Campania l’8,8% (320mila), in Emilia-Romagna l’8,4% (306mila) e in Veneto l’8,3% (302mila). 
Di fatto, tra il 2024 e il 2028 il mercato del lavoro italiano potrebbe esprimere un fabbisogno compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati.

Sulle previsioni inciderà l’effettivo impatto delle risorse stanziate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Emerge dal report sulle Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine, elaborato nell’ambito del Sistema informativo Excelsior e realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro. 

Gran parte del fabbisogno determinato dai lavoratori in uscita

Le necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro determineranno la gran parte del fabbisogno (2,9 milioni di unità nel quinquennio), pari a una quota dell’80% nello scenario positivo e del 92% in quello negativo.

Nel 2024-2028, per l’insieme dei settori privati e pubblici, circa il 41% del fabbisogno complessivo interesserà dirigenti, specialisti e tecnici (tra 1,3-1,5 milioni), mentre le professioni commerciali e dei servizi assorbiranno il 19% del fabbisogno totale, gli impiegati il 15%, gli operai specializzati l’11% e i conduttori di impianti il 6%.
Rispetto all’attuale struttura professionale saranno perciò destinate a crescere le professioni specialistiche e tecniche, ma anche quelle impiegatizie, mentre continueranno a diminuire operai specializzati e conduttori di impianti.

Le professioni richieste nel terziario

Circa il 38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), il 4% profili con diploma liceale e il 46% personale in possesso di formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale.
In particolare, nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di personale con titolo in ambito STEM, che determinerà un significativo mismatch rispetto alla presenza di giovani in possesso di questo tipo di formazione.

Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare, infatti, ogni anno tra 8mila e 17mila giovani.
Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una carenza di offerta per insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila-12mila giovani), economico-statistico (5-11mila) e medico-sanitario (circa 7mila).

Green e digitale: più competenze richieste e nuove figure professionali

Anche per la formazione secondaria di tipo tecnico-professionale è prevista una carenza di offerta, che riguarderà sia i percorsi quinquennali (mancheranno tra 13mila-42mila giovani all’anno) sia quelli di Istruzione e Formazione Professionale. 

I macro trend delle transizioni green e digitale incideranno sulla domanda di personale, portando sia all’innalzamento delle competenze verdi e digitali richieste sia alla nascita di nuove figure professionali.
Si stima che tra il 2024 e il 2028 il possesso di competenze green verrà richiesto con importanza almeno intermedia a oltre 2,3 milioni di lavoratori (quasi i due terzi del fabbisogno del quinquennio) e le competenze digitali a 2,1 milioni, oltre il 58% del fabbisogno totale.

Il vino italiano negli Usa? Amatissimo, però…

Gli Stati Uniti mantengono anche nel 2023 il primato mondiale nei consumi assoluti di vino, superando i 30 milioni di ettolitri, sebbene con una lieve diminuzione rispetto agli anni precedenti. Il Paese conferma anche la sua posizione di primo importatore al mondo, con un valore di acquisti di vino dall’estero che supera i 6 miliardi di euro, nonostante una riduzione dell’11% rispetto all’anno precedente. Questa è la fotografia delineata dal Report di Nomisma Wine Monitor, l’Osservatorio dedicato al mercato del vino, che si concentra sul Nord America, analizzando le performance del vino italiano negli Stati Uniti e in Canada.

Francia primo partner commerciale degli States

La Francia rimane il principale partner commerciale degli Stati Uniti, con oltre il 37% della quota di mercato, seguita dall’Italia, che, nel 2023, vede una diminuzione delle esportazioni al di sotto dei 2 miliardi di euro (-11,4% rispetto al 2022), mantenendo comunque una quota di mercato superiore al 30%.

Tutti i primi 5 Paesi partner commerciali degli USA registrano una diminuzione del valore delle esportazioni, ma Francia e Italia consolidano le prime due posizioni in termini di quote di mercato. Le importazioni di vino imbottigliato negli USA diminuiscono sia a valore che a volume, con Francia e Italia che si spartiscono quasi equamente i due terzi della quota di mercato.

Lo bollicine italiane piacciono sempre

La categoria “Sparkling” registra contrazioni sia a volume che a valore, ma l’Italia si posiziona come il meno penalizzato tra i top 5 partner degli Stati Uniti, consolidando il secondo posto con il 36,4% della quota di mercato, dietro alla Francia. In Canada, il segmento “Sparkling” non riesce a confermare gli incrementi registrati nel 2022, con riduzioni nelle importazioni sia a valore che a volume.

Nel 2023, le importazioni di Grandi Formati negli USA mantengono il loro valore (+2,4%), e lo stesso accade in Canada con un aumento del 8,2% nell’import a volume di vino in contenitori da 2 a 10 litri.
Per quanto riguarda il vino sfuso, negli USA si registrano forti cali sia a valore che a volume, con l’Italia che migliora leggermente raggiungendo una quota di mercato del 6%. In Canada, le importazioni di vino sfuso diminuiscono a valore, ma rimangono stabili nei volumi, con l’Italia che perde terreno.

Il Prosecco campione di esportazioni

Le esportazioni di vini DOP italiani negli USA subiscono una flessione del 4,8% a valore e del 10% a volume nel 2023. Nonostante ciò, il Prosecco rimane il primo vino italiano esportato. Le esportazioni dei vini DOP in Canada registrano una contrazione sia a valore che a volume, con una notevole riduzione dei rossi Veneti. I rossi DOP della Toscana rimangono i più venduti in Canada, seguiti dal Prosecco.

Acquisti on line: gli italiani si fidano delle recensioni o degli influencer?

Quali sono i consigli più seguiti dagli italiani quando devono effettuare acquisti on line? Si affidano alle parole dei loro omologhi, affidandosi quindi alle recensioni lasciate sul web, oppure danno retta alle dritte degli influencer? A sorpresa, si scopre che i nostri connazionali preferiscono seguire le recensioni – specie quelle negative – mentre mostrano un certo scetticismo nei confronti degli influencer. Lo rivela il recentissimo ‘Tableau de bord®. L’indice di fiducia dei consumatori, monitor sugli italiani’, documento realizzato dall’Istituto Piepoli per Udicon, e che Adnkronos/Labitalia ha visionato e diffuso.

Si tratta di un’indagine svolta tra il 5 e il 7 febbraio 2024 su un campione rappresentativo della popolazione, composto da uomini e donne maggiori di 18 anni , che fa emergere un quadro interessante sul comportamento d’acquisto degli italiani.

Il 25% degli intervistati compra solo dopo aver letto le recensioni

Prima di prendere decisioni sull’acquisto di prodotti o servizi come hotel, ristoranti o servizi medici, il 59% del campione si basa sulle recensioni online. In particolare, il 25% lo fa sempre e il 34% a volte. Per il 73% di coloro che leggono le recensioni, queste hanno un impatto significativo (da abbastanza a molto) sulla loro scelta di acquisto. Il 93% ammette di selezionare solo prodotti o servizi con una percentuale alta di recensioni positive.

I consigli degli influencer “influenzano” solo i più giovani

Dall’analisi emerge che la fiducia nei confronti degli influencer, almeno nel periodo in cui è stata condotta la ricerca, differisce notevolmente da quella riposta nelle recensioni. Solo il 23% del campione dichiara di fidarsi molto o abbastanza degli influencer, mentre il 36% non si fida affatto e il 38% si fida poco. Tuttavia, la situazione migliora nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, con il 44% del campione che mostra una fiducia significativa nei confronti degli influenzerà.

Quanto all’influenza effettiva dei consigli degli influencer sulle decisioni d’acquisto, il 44% del campione sostiene che non hanno alcun impatto, mentre il 35% dice di esserne influenzato in modo limitato . Ancora una volta, le cose cambiano nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, con il 44% dei giovani che ammette di essere influenzato – da abbastanza a molto – dai consigli degli influencer.

E’ necessaria un’assoluta trasparenza

Per il presidente Udicon, Martina Donini, “le recensioni sono fonte di informazione nella vita quotidiana dei consumatori italiani. Viviamo nell’era della reputation economy dove le recensioni online sono diventate uno specchio delle esperienze dei consumatori. La gestione oculata di queste recensioni diventa cruciale per garantire un ambiente online affidabile e trasparente per gli acquirenti. Non possiamo permettere che alcuni giudizi recensiti siano influenzati da pratiche fraudolente o condizionate da bot. È nostro dovere assicurare e garantire che i consumatori abbiano accesso a informazioni oneste e non manipolate per prendere decisioni consapevoli nel processo di acquisto”, sottolinea con Adnkronos/Labitalia.

Secondo Donini, “il rischio di commenti non verificati o falsi è sempre più alto e in questo contesto è necessario creare un sistema integrato tra le piattaforme per verificarne l’autenticità, proseguendo e rafforzando quella linea tracciata dalla recente Direttiva Omnnibus”.

Quali sono i professionisti introvabili? Esperti in cybersecurity, colf e anestesisti

La classifica delle cosiddette posizioni ‘hard to fill’, ovvero quelle che rimangono scoperte per 2 mesi o più, comprende esperti in sicurezza IT, ma anche colf conviventi e anestesisti, hair stylist e radiologi. 

Sono queste le posizioni di più difficile reperimento secondo Indeed, la piattaforma per chi cerca e offre lavoro, che ha esaminato gli annunci di lavoro postati sul proprio portale dal 1° gennaio alla fine di novembre 2023
Per quanto riguarda il mondo Itc più del 75% degli annunci di ricerca per posizioni di Security engineer è rimasto aperto per oltre 60 giorni. E la situazione è simile anche per le ricerche di Cybersecurity engineer (72%).

Mancano all’appello anche digital sales account, firmware engineer, sviluppatori java

Le altre posizioni legate al mondo Ict che figurano in classifica vanno dal ‘digital sales account’, in quarta posizione, al ‘firmware engineer’, settimo classificato. E poi ancora, ‘sviluppatore java’ (11°), ‘ingegnere elettronico’ (12°) e ‘sviluppatore front end’ (13°), con, rispettivamente il 59%, 58% e 55% di annunci che rimangono aperti per oltre 60 giorni.

L’evoluzione tecnologica ha portato a un aumento esponenziale dei dati digitali e delle informazioni sensibili condivise online. Questo ha reso le organizzazioni più vulnerabili a cyber attacchi, hacking e furti di dati. Per proteggersi, le aziende hanno bisogno di professionisti altamente qualificati in grado di garantire la sicurezza delle loro reti e sistemi.

Dall’Ict alla sanità la domanda spesso supera l’offerta

Con quasi il 68% degli annunci di lavoro che rimane scoperto per oltre 60 giorni, al quinto posto della classifica si posizionano colf conviventi, difficili da trovare quasi quanto gli hair stylist, che occupano il sesto posto (67%).
La carenza di medici su tutto il territorio nazionale poi non è una sorpresa, situazione che si riflette anche nell’analisi di Indeed. Tanto che anestesista (8°), radiologo (9°) e neurologo (10°) presentano una percentuale significativa di offerte di lavoro ancora aperte dopo 60 giorni, rispettivamente, 62%, 60%, 59%.

“Dall’Ict alla sanità, le competenze richieste sono sempre più specializzate e la domanda di professionisti qualificati supera spesso l’offerta – aggiunge Colarossi -. Questo sottolinea l’importanza da parte di aziende e istituzioni di investire nella formazione continua e nello sviluppo delle competenze per favorire l’incontro tra domanda e offerta”.

La carenza di candidati qualificati non è in grado di colmare il divario

I dati di Indeed indicano chiaramente una forte domanda di professionisti IT nel mercato del lavoro italiano, riferisce Adnkronos, ma che la carenza di candidati qualificati non è in grado di colmare questo divario, rendendo queste posizioni difficili da coprire, 

“In un mondo sempre più digitalizzato, i ruoli legati alla sicurezza IT sono tra i più richiesti sul mercato – afferma Roberto Colarossi, senior sales director per Indeed in Italia -. Un settore che offre numerose opportunità per i professionisti attuali e futuri di costruire carriere gratificanti e durature”.

Esternalizzazione: per le aziende il fattore chiave del 2024

Esternalizzare i processi nel 2024 diventerà un fattore sempre più rilevante per le aziende. Secondo We Are Fiber, azienda specializzata in outsourcing, il motivo principale per l’adozione di questo tipo di approccio è la riduzione dei costi. 
Ma esternalizzare offre anche la possibilità di ottimizzare i processi interni, migliorare la qualità di prodotti e servizi e rafforzare la posizione sul mercato.

Inoltre, comporta un impatto importante sulle risorse umane e la loro gestione. Se alcune attività vengono delegate a fornitori esterni le imprese hanno più tempo e risorse per lo sviluppo e il perfezionamento delle competenze. 
L’outsourcing dei processi costituisce quindi una componente vitale della strategia aziendale, ma deve basarsi su partnership solide, sulla gestione efficace del cambiamento e sull’apertura alle nuove opportunità del mercato globale. 

La sostenibilità dell’outsourcing

Lo sviluppo sostenibile è diventato uno dei punti chiave anche dell’outsourcing contemporaneo. Le aziende devono però adattarsi con grande rapidità alle fluttuazioni del mercato. E adottando i criteri della flessibilità e scalabilità, possono diminuire o aumentare le risorse a seconda delle esigenze.

Ma come regolarsi con la sicurezza dei dati?
Le norme stringenti sulla privacy obbligano le aziende a verificare che i partner esterni aderiscano a standard elevati in merito a etica del lavoro e responsabilità sociale. Sono aspetti da non trascurare, perché corrispondono anche a una buona conservazione e protezione dei dati, nel rispetto delle normative in vigore.

Il ruolo delle nuove tecnologie

Nel 2024 l’integrazione tecnologica e l’automazione svolgono un ruolo principale nell’esternalizzazione.
Da parte delle aziende la tendenza è quella di affidarsi a partner esterni per implementare soluzioni tecnologiche avanzate, fra le quali, il machine learning e l’automazione dei processi robotici.

Sono tecnologie essenziali, perché possono aumentare l’efficienza e ridurre i costi, e influiscono in maniera determinante anche nel migliorare la velocità dei processi aziendali.

Il futuro dell’esternalizzazione

Se si guarda al futuro, le prospettive appaiono sempre più ampie, in quanto l’esternalizzazione continuerà a evolversi e a espandersi anche in altri campi. Specialmente con l’avanzamento delle tecnologie, e con le nuove opportunità di mercato, da parte delle aziende emerge la necessità di rimanere flessibili e aperte a forme di collaborazione esterna.

L’adozione di pratiche sostenibili e responsabili, l’impegno per l’innovazione e la qualità del servizio, sono tutti elementi fondamentali per il successo a lungo termine nell’ambito dell’esternalizzazione. 

Famiglie, risparmio e inflazione: serve più istruzione finanziaria

Dall’Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani, condotta da BVA Doxa per Intesa Sanpaolo e il Centro Einaudi nel corso del 2023, emerge come negli ultimi due anni risparmiatori e investitori si siano mossi sul mercato finanziario senza panico, ma con tanta prudenza da sembrare paralizzati.

A fronte del ritorno dell’inflazione, le famiglie italiane hanno avuto il buon senso di non vendere tutto e continuare a risparmiare. Ma per poter affrontare con consapevolezza il nuovo contesto emerge tuttavia l’esigenza di maggiore competenza e alfabetizzazione finanziaria, sia per i giovani sia per gli adulti.
Da sempre favorevoli al ‘mattone’, propense a non rischiare e rispettose della Borsa, le famiglie sanno di dover risparmiare di più, ma sottovalutano la differenza tra investimenti prudenti e investimenti efficienti.

Cresce la percentuale media di reddito risparmiata

Di fatto, il 95% delle famiglie dichiara di essere finanziariamente indipendente, in aumento rispetto al 93% del 2022, a conferma che, malgrado le difficoltà dello scenario, l’autonomia reddituale resiste.
La quota delle famiglie che riescono a risparmiare si porta sui valori massimi del pre-pandemia (54,7% vs 53,5% 2022). Sale anche la percentuale media di reddito risparmiata (12,6%, dall’11,5% del 2022).

Tra le motivazioni del risparmio, spiccano la casa (30%) e i figli (16%). Solo il 5% degli intervistati dichiara di aver accantonato risorse per far fronte all’aumento dei prezzi. Per un terzo del campione, il risparmio è genericamente precauzionale, cioè senza un’intenzione precisa.

Investimenti: salgono le obbligazioni

Tra gli investimenti finanziari salgono le obbligazioni, che raggiungono il 28% dei portafogli di chi le detiene e assorbono in parte la flessione del risparmio gestito.

La Borsa resta un ‘terreno da dissodare’: vi ha operato negli ultimi 12 mesi solo il 4,2% del campione. Nell’ambito degli investimenti alternativi, dominano l’oro (interessa il 23% degli intervistati) e i fondi etici ESG (13%).
Malgrado una crescente sensibilità ai rischi, l’86% degli intervistati dichiara di non aver sottoscritto un’assicurazione per coprire le spese mediche, e il 68% non ha un’assicurazione vita.

Solo il 38% sa definire correttamente l’inflazione

Nel futuro dei risparmiatori c’è un ritorno a un mondo sparito da oltre un decennio, ma del tutto normale, nel quale stentano oggi a prendere le decisioni: non scongelano l’iceberg di liquidità, tornano verso l’investimento obbligazionario, ma più per toccare il meno possibile i portafogli che per intraprendere un nuovo viaggio.

Solo il 38% è in grado di dare una definizione corretta dell’inflazione. Oltre un quarto la confonde con il livello dei prezzi, qualcuno con il deprezzamento della valuta, altri con lo scostamento dal target della Banca Centrale Europea.
A conferma di questa difficoltà di orientamento, oltre un terzo circa degli intervistati indica la detenzione di liquidità e obbligazioni a tasso fisso tra i comportamenti più idonei da tenere nel caso di inflazione. Il 30% cita invece il ‘mattone’, poco più del 10% l’oro e i ‘beni rifugio’.

Dispositivi connessi, chi sale e chi scende nelle preferenze dei consumatori?

I dispositivi connessi hanno guadagnato un ruolo centrale nelle vite dei consumatori, come evidenziato dal recente rapporto del Capgemini Research Institute intitolato “Connected products: Enhancing consumers’ lives with technology”. La ricerca rivela che oltre un terzo degli intervistati prevede di aumentare gli acquisti di dispositivi connessi nel prossimo anno, con particolare attenzione a quelli dedicati al monitoraggio della salute e alla sicurezza domestica.

Tuttavia, insieme a un crescente interesse, emergono precise aspettative: i consumatori richiedono una maggiore responsabilità da parte dei venditori, soprattutto in termini di sostenibilità e protezione dei dati.

Ormai sono una necessità 

Oggi il 67% dei consumatori ritiene i prodotti connessi una necessità, mentre il 41% li considera strumenti utili per risparmiare tempo e semplificare le attività quotidiane. Le preferenze dei consumatori si riflettono però in diverse categorie di dispositivi: Intrattenimento e Veicoli Connessi; Sicurezza Domestica e Assistenza Sanitaria; Assistenti Vocali e Wearable.

Per quanto riguarda il primo punto, quattro consumatori su cinque posseggono dispositivi di intrattenimento connessi, quali Smart TV e console di gioco, rendendoli i più diffusi a livello globale. La popolarità dei veicoli connessi è in costante aumento, con il 60% dei consumatori che ne possiede uno, ma con significative differenze tra paesi. La sicurezza domestica smart e l’assistenza sanitaria intelligente sono indicate come le categorie principali per gli acquisti futuri, evidenziando l’importanza crescente di tecnologie integrate nella vita quotidiana per garantire sicurezza e benessere.
Infine, è in aumento anche l’uso degli assistenti vocali, con l’85% dei consumatori globali che li utilizza per navigare in rete o cercare prodotti e servizi. Inoltre, il 71% degli intervistati cerca alternative ai telefoni cellulari, esprimendo un interesse crescente verso i wearable come smart watch e dispositivi per il monitoraggio della salute.

Le prossime sfide: interoperabilità, privacy e sostenibilità

L’interoperabilità e la facilità d’uso diventano priorità, poiché il 65% dei consumatori preferirebbe un’interfaccia unificata per tutti i dispositivi connessi. La consapevolezza ambientale cresce (68% degli intervistati) con richieste di maggiore sostenibilità da parte delle aziende produttrici e preoccupazioni riguardo allo smaltimento dei rifiuti elettronici. La sicurezza dei dati rimane una preoccupazione, con solo il 36% dei consumatori soddisfatti della privacy offerta dai dispositivi connessi.

Soddisfare le aspettative 

Chiara Diana, Chief Design Officer di frog, sottolinea l’importanza di considerare la sicurezza e la gestione dei dati per capitalizzare appieno il potenziale dei dispositivi connessi. Con una crescente consapevolezza ambientale, le aspettative dei consumatori sulla sostenibilità dei prodotti devono essere parte integrante dell’equazione per conquistare la fiducia in un mercato che ha raggiunto un punto di inflazione.

Fuga di cervelli: leve fiscali per attrarre gli expat

Il fenomeno della ‘fuga di cervelli’ e del trasferimento degli italiani all’estero non è nuovo e continua ad accendere il dibattito sulla perdita di talenti di alto valore, che rischia di ridurre la competitività dell’Italia all’estero.
Maggiori vincoli burocratici, difficoltà a trovare alloggio, bassi livelli di retribuzione, scarse opportunità di carriera, qualità di vita che non soddisfa le aspettative, sono tra le preoccupazioni più sentite dagli expat italiani. 

Secondo l’ultimo Expat City Ranking 2023 di InterNations l’Italia è tra i posti peggiori in Europa dove lavorare.
Al contrario, guadagnano il podio le destinazioni europee che offrono un costo generale della vita più basso, un work-life balance più equilibrato, e un’assistenza sanitaria più accessibile.

La variabile fiscale

C’è poi un aspetto che InterNations non considera, ma che invece è dirimente nella scelta effettuata da i tanti che negli ultimi anni si sono trasferiti in Italia: la variabile fiscale.

“Le agevolazioni fiscali, concepite inizialmente come misure volte a favorire il ‘rientro dei cervelli’, sono state successivamente applicate a una platea molto ampia di lavoratori – sottolinea Linda Favi, Senior Associate Studio Legale Ughi e Nunziante -. Le misure hanno avuto un grande successo, ma si sono prestate anche a varie forme di abuso, quale il trasferimento all’estero per brevi periodi per poter beneficiare per 10 anni di una drastica riduzione delle imposte”.

Nel 2024 irrigidimento delle agevolazioni 

Per questo, dal primo gennaio 2024 il governo ha previsto di ridurre la portata dei benefici, abbassando la percentuale di esenzione del reddito e la durata del beneficio.

“Per l’anno fiscale 2024 si prevede un ‘irrigidimento’ della normativa di vantaggio, poiché è stata ridotta la riduzione della base imponibile dal 70% al 50% con un tetto massimo di 600mila euro, senza specificare se annuo o per i 5 anni. Inoltre, i soggetti che richiedono l’applicazione non devono essere stati residenti in Italia nei precedenti tre anni e devono impegnarsi a risiedere fiscalmente nel nostro paese per almeno 5 anni -. aggiunge Paolo Borghi, Partner di Moore Professionisti e Associati -. Inoltre, l’attività deve essere prestata per la maggior parte del tempo nel territorio italiano”.

Come attrarre persone ad alto reddito dall’estero?

Sono richiesti però anche requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, attestata dal paese di provenienza e riconosciuta in Italia, come riferisce Adnkronos.

“Tuttavia, queste norme potrebbero non avere l’effetto sperato, ovvero, attrarre talenti o persone ad alto reddito, se non sono accompagnate da un sistema ‘paese’ che favorisca l’accoglimento di queste persone, che generalmente hanno alte aspettative lavorative e di ‘qualità della vita’ – continua Borghi -. La variabile fiscale è solo una delle leve per attrarre i talenti o le persone ad altro reddito, ma non l’unica e deve essere accompagnato da una serie di altre attività, per offrire concrete opportunità di crescita professionale ed elevare la qualità di vita per avere un concreto effetto positivo per l’Italia”.

Natale, momento atteso e amato, ma anche fonte di stress

In vista del periodo più luccicante dell’anno Everli ha esplorato come percepiscono il Natale gli italiani. 
Se la maggior parte (83%) considera le festività natalizie un momento felice, e i grandi entusiasti sono il 38%, un’ampia fetta di italiani (78%) a Natale ha vissuto sensazioni di pesantezza almeno una volta nella vita.

E se ad alcuni capita spesso (32%) a più di 1 su 10 (11%) ogni volta che arriva il mese di dicembre.
Ma cosa impensierisce? I motivi sono molteplici, ma l’ansia viene generata soprattutto dalle attività legate a dover pensare, preparare, cucinare e allestire pranzi e cene a casa propria.

Preparare pranzi e cene natalizie: che ansia!

Oltre 1 italiano su 4 (27%) si sente mancare il fiato perché durante i giorni natalizi è coinvolto a tavola con parenti da cui non può sottrarsi, mentre 1 su 10 si sente sotto esame come cuoco e padrone di casa 
Nonostante l’agitazione, o forse proprio a causa di quella, quasi la metà degli italiani (49%) non delega l’organizzazione e la realizzazione dei pasti.

Dunque, tra i maniaci del controllo (14%) e chi prova ad affidare qualche attività ad altri (35%), gli italiani non accennano ad abbassare la guardia.
Andrebbe meglio se i pasti venissero ideati in modo che ogni commensale portasse qualcosa di già cucinato (22%), e ancora meglio, se partecipassero da semplici invitati in case altrui e non dovessero occuparsi di nulla (28%).

Tensione al supermercato

L’elenco di cose da fare è corposo, e va dalla pianificazione del menu alla lista della spesa fino al lucidare le stoviglie e creare decorazioni per la tavola.
Tra le voci della to-do-list alcuni task più di altri sono considerati snervanti. Più di 1 italiano su 10 (15%) deve respirare profondamente prima di entrare al supermercato, perché è già in ansia nella ricerca di parcheggio.

La tensione cresce (56%) quando è il momento di districarsi tra la folla, nelle corsie del super, ma è fonte di stress anche la ricerca di prodotti solitamente non usti durante l’anno (13%), e la scelta tra quelli proposti (12%).
Alla cassa, poi, l’obiettivo di pagare e andarsene in fretta è una chimera: stare fermi in coda è un momento di nervosismo per 1 italiano su 3 (33%).
Ma neanche all’uscita la tensione si placa, perché si farebbe volentieri a meno di trasportare le molteplici e pesanti buste della spesa (8%).

Xmas wish list: spesa veloce fa rima con più tempo per sé

Secondo gli italiani un modo per allentare la tensione ci sarebbe.
Molti intervistati (78%) ritengono che semplificare la gestione della spesa durante le festività potrebbe contribuire a rendere il periodo meno stressante (35%), e di conseguenza, più piacevole.

L’energia e il tempo guadagnati si investirebbero nella sfera personale, regalandosi momenti per ricentrarsi (48%) e coltivare i propri hobby e interessi (31%). E solo in seconda battuta per nutrire le relazioni sociali, trascorrendo più tempo in famiglia (40%) o con gli amici (26%).