Nello scenario più positivo, in Lombardia, con un fabbisogno atteso pari a 669mila unità, si concentrerà oltre il 18% dell’intera domanda nazionale di lavoratori tra il 2024 e il 2028, nel Lazio il 9,8% (356mila unità), in Campania l’8,8% (320mila), in Emilia-Romagna l’8,4% (306mila) e in Veneto l’8,3% (302mila). 
Di fatto, tra il 2024 e il 2028 il mercato del lavoro italiano potrebbe esprimere un fabbisogno compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati.

Sulle previsioni inciderà l’effettivo impatto delle risorse stanziate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Emerge dal report sulle Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine, elaborato nell’ambito del Sistema informativo Excelsior e realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro. 

Gran parte del fabbisogno determinato dai lavoratori in uscita

Le necessità di sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro determineranno la gran parte del fabbisogno (2,9 milioni di unità nel quinquennio), pari a una quota dell’80% nello scenario positivo e del 92% in quello negativo.

Nel 2024-2028, per l’insieme dei settori privati e pubblici, circa il 41% del fabbisogno complessivo interesserà dirigenti, specialisti e tecnici (tra 1,3-1,5 milioni), mentre le professioni commerciali e dei servizi assorbiranno il 19% del fabbisogno totale, gli impiegati il 15%, gli operai specializzati l’11% e i conduttori di impianti il 6%.
Rispetto all’attuale struttura professionale saranno perciò destinate a crescere le professioni specialistiche e tecniche, ma anche quelle impiegatizie, mentre continueranno a diminuire operai specializzati e conduttori di impianti.

Le professioni richieste nel terziario

Circa il 38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni con una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), il 4% profili con diploma liceale e il 46% personale in possesso di formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale.
In particolare, nell’istruzione terziaria sarà elevato il fabbisogno di personale con titolo in ambito STEM, che determinerà un significativo mismatch rispetto alla presenza di giovani in possesso di questo tipo di formazione.

Per l’insieme dei percorsi STEM potrebbero mancare, infatti, ogni anno tra 8mila e 17mila giovani.
Per quanto riguarda gli altri indirizzi, è attesa una carenza di offerta per insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila-12mila giovani), economico-statistico (5-11mila) e medico-sanitario (circa 7mila).

Green e digitale: più competenze richieste e nuove figure professionali

Anche per la formazione secondaria di tipo tecnico-professionale è prevista una carenza di offerta, che riguarderà sia i percorsi quinquennali (mancheranno tra 13mila-42mila giovani all’anno) sia quelli di Istruzione e Formazione Professionale. 

I macro trend delle transizioni green e digitale incideranno sulla domanda di personale, portando sia all’innalzamento delle competenze verdi e digitali richieste sia alla nascita di nuove figure professionali.
Si stima che tra il 2024 e il 2028 il possesso di competenze green verrà richiesto con importanza almeno intermedia a oltre 2,3 milioni di lavoratori (quasi i due terzi del fabbisogno del quinquennio) e le competenze digitali a 2,1 milioni, oltre il 58% del fabbisogno totale.