Assistere una persona disabile nella vasca da bagno: insidie e sforzi fisici

Fare il bagno è spesso un’impresa alquanto impegnativa dal punto di vista fisico anche per chi assiste una persona disabile, ma con le giuste precauzioni e accortezze è possibile rendere l’esperienza più sicura e confortevole per entrambi.

Certamente la sicurezza ed il comfort devono essere la priorità, ma ci sono anche degli sforzi fisici da considerare, i quali aumentano quando la capacità di movimento della persona assistita è minima.

Di seguito andremo dunque ad esplorare le difficoltà legate all’aiutare una persona disabile a fare il bagno nella vasca e vedremo in che modo è possibile superare queste difficoltà.

La sicurezza in primo piano

Assistere una persona disabile nella vasca da bagno richiede molta attenzione e dunque grande sicurezza.

La persona disabile o anziana potrebbe infatti avere difficoltà a mantenere l’equilibrio o a sollevarsi, quindi è importante avere a disposizione una sedia da bagno o altro tipo di supporto sul quale far leva per riuscire ad entrare ed uscire dalla vasca.

Inoltre, è importante avere a portata di mano quanti più appigli è possibile sui quali poter fare affidamento in caso di perdita di equilibrio o necessità di appoggiarsi.

Ad ogni modo, sarebbe consigliabile il sostituire la vecchia vasca da bagno con una delle moderne vasche con sportello per anziani, le quali consentono di accedere più facilmente e che risparmiano una notevole fatica sia alla persona interessata che a chi offre assistenza.

Sfide fisiche per chi assiste

Assistere una persona disabile durante il bagno nella vasca può essere dunque faticoso anche per la persona che lo assiste.

Sollevare e sostenere il peso del disabile o anziano può causare stress non indifferente alle braccia, alle spalle e alla schiena. In alcuni casi si può incappare in uno strappo muscolare o contrattura.

È importante dunque assicurarsi di avere una buona postura e di usare la giusta tecnica per sollevare il disabile, per evitare infortuni e per evitare che possa scappare la presa.

Per questo motivo, è importante prendersi delle pause e riposarsi se ci si sente stanchi o doloranti.

L’organizzazione è tutto

Organizzare ogni cosa in anticipo è di fondamentale importanza per riuscire ad aiutare una persona anziana o disabile a fare il bagno senza intoppi.

Per questo motivo, dato che l’ambiente circostante influisce sulla sicurezza e sul comfort dell’individuo, è importante assicurarsi che non ci siano ingombri in giro o altri elementi di disturbo.

La vasca deve già essere ben pulita ed è bene fare in modo che ci sia abbastanza luce per avere una luminosità ottimale.

Inoltre, è importante avere a portata di mano tutti i prodotti necessari come il sapone, il shampoo e l’asciugamano.

Comunicazione e cooperazione

La comunicazione e la cooperazione sono fondamentali per assistere adeguatamente una persona disabile, anche quando si tratta di fare il bagno nella vasca.

È importante che la persona disabile sappia cosa aspettarsi e che possa esprimere le sue esigenze e le sue eventuali insicurezza. Inoltre, è importante che la persona che assiste il disabile sia disponibile ad ascoltare e a rispondere ad ogni richiesta.

In breve

Assistere una persona disabile durante il bagno nella vasca può essere un compito difficile e faticoso, ma con le giuste precauzioni ed accortezze, è possibile rendere l’esperienza sicura e confortevole per entrambi.

È importante essere consapevoli della tipologia di disabilità e delle abitudini della persona cui si offre assistenza, e organizzare tutto in anticipo.

Se possibile è opportuno valutare anche delle alternative alla vasca da bagno tradizionale, dato che oggi il mercato offre soluzioni in grado di rendere la vita più facile sia per la persona interessata da disabilità che per chi presta assistenza.

Meglio la spesa online o al supermercato insieme a figli? 

L’esigenza principale dei genitori alle prese con i tanti impegni di tutti i giorni è quella di risparmiare il tempo speso per le incombenze domestiche. Lo confermano i risultati di una ricerca condotta da Everli, marketplace della spesa online, e GoStudent, la scuola di ripetizioni. L’indagine ha analizzato le abitudini di oltre 440 madri e padri italiani relative all’attività di fare la spesa, sia nei supermercati sia online. E secondo i risultati oltre 1 italiano su 2 ritiene che fare la spesa con i figli al seguito, specie se piccoli, sia un’esperienza stressante. Forse è questo uno dei motivi per cui oggi per un terzo delle famiglie la spesa online è divenuta un’abitudine consolidata.

Portare i figli al supermercato è stressante 

Per il 54% degli italiani infatti fare la spesa con i figli al seguito sia stressante, ma il 55% non pare avere alternative e li porta comunque con sé. Il 52% trova che la presenza dei bambini rallenti e sia fonte di distrazione, mentre per il 48% il problema principale è il fatto che i figli si annoiano e iniziano a fare capricci.
Forse è per questo che la spesa online continua a farsi largo tra le abitudini degli italiani. Dopo l’exploit iniziale registrato durante la pandemia, oggi sono oltre 1 su 3 le famiglie che hanno fatto dell’e-grocery un’abitudine consolidata. Il 6% degli italiani preferisce addirittura la spesa online all’esperienza di acquisto nei supermercati tradizionali, mentre il 5% effettua i propri acquisti su internet e di persona in egual misura

Giornalmente, a cadenza settimanale o in base alle esigenze?

Quasi 7 italiani su 10 hanno una propria routine, e fanno la spesa con una frequenza prestabilita. Per quasi 1 su 3 l’appuntamento col supermercato, fisico o virtuale, ricorre una volta alla settimana, mentre per il 21% addirittura bisettimanalmente. Il 32% delle famiglie italiane non ha, invece, un vero e proprio ‘rito della spesa’, ed effettua i propri acquisti quando necessario. Ma per 1 italiano su 2 la spesa è un’attività da svolgere in coppia. Infatti, il 48% delle madri e dei padri intervistati si occupa di questa mansione insieme al partner. Nei nuclei in cui, invece, è solo un membro a prendersi cura della spesa per tutta la famiglia, questo onere ricade principalmente sulle madri (47%). I padri che fanno la spesa da soli si attestano su un misero 5%.

I vantaggi della spesa online

Sul podio dei vantaggi della spesa online ci sono il risparmio di tempo (34%) e la comodità di avere tutto a portata di clic, senza dover uscire di casa (32%). Guadagnare tempo da poter dedicare ad altre attività si aggiudica, invece, la terza posizione, con il 26% delle preferenze. Ma anche non dover portare le borse (21%), evitare lo stress del supermercato (16%) e poter saltare la fila alla cassa (16%) sono alcuni degli altri aspetti che rendono la spesa online particolarmente vantaggiosa agli occhi degli italiani.

Il 40% degli italiani valuta le offerte ricevute via SMS o WhatsApp

Prudenza sì, ma non troppa. I nostri connazionali si dimostrano ben disposti nei confronti delle offerte commerciali che arrivano sui loro device attraverso messaggi SMS o WhatsApp. Come rileva un recente sondaggio condotto da Esendex su un campione di 501 individui di tutte le regioni italiane, le comunicazioni commerciali ricevute tramite i più diffusi canali di mobile messaging sono largamente apprezzate dal pubblico. E lo sono ancora di più quando viene annunciato l’inizio di una campagna promozionale, quando si viene avvisati della disponibilità di un prodotto cui si era interessati e in caso di sconti flash.

Il 53,1% del campione clicca sui link ricevuto 

In particolare, dal sondaggio emerge che il 43,9% del campione valuterebbe senza esitazione di acquistare un prodotto, di cui ha avuto informazione tramite SMS o WhatsApp, e il 39,9% probabilmente lo farebbe. Addirittura il 53,1% degli intervistati ha dichiarato di cliccare sui link ricevuti tramite questi canali se nel messaggio viene annunciato l’inizio di una promozione, il 45,7% se viene comunicato che è di nuovo disponibile un prodotto che si era cercato, il 41,7% nel caso di una promozione flash, il 39,3% quando si tratta di promemoria relativi a un carrello abbandonato su un sito di e-commerce o per notificare un prodotto che potrebbe interessare in base alle proprie preferenze e, infine, il 29,9% qualora si venga informati del lancio di un nuovo prodotto.

Il 63,7% ha già effettuato un acquisto di questo tipo

Addio alla diffidenza verso questo tipo di offerte commerciali. Tanto che alla domanda se si è mai acquistato un prodotto a seguito di una comunicazione ricevuta via SMS o WhatsApp, è solo il 17,2% a rispondere di non averlo mai fatto. Il 63,7% afferma invece di aver effettuato un acquisto di questo tipo nel corso dell’ultimo mese e tra questi più della metà addirittura nell’ultima settimana.
Commenta così i risultati Carmine Scandale, Head of Sales di Esendex Italia: “I risultati del nostro sondaggio non stupiscono se si pensa all’accelerazione del processo di digitalizzazione cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Lo smartphone, infatti, è nelle nostre mani per molto tempo nell’arco della giornata, quindi, siamo anche estremamente ricettivi nei confronti delle comunicazioni che riceviamo tramite mobile”. E ha concluso: “WhatsApp, che oramai fa parte della nostra quotidianità, e gli SMS, che sono oggi un canale poco affollato e garantiscono elevati tassi di lettura, rappresentano per le imprese due canali davvero efficaci e vantaggiosi per comunicare con la clientela”.

Qualità della vita: la provincia top è Bologna

È la quinta volta in 33 anni. Nel 2022 la provincia di Bologna si aggiudica il primo posto della classifica sulla qualità della vita stilata dal Sole 24 Ore. I 90 indicatori statistici alla base dell’indagine, di cui 40 aggiornati al 2022, presentano una serie di novità: due indicatori sull’inflazione, un pacchetto di indicatori su energia da fonti rinnovabili/riqualificazioni energetiche/consumi energetici, l’indice della partecipazione elettorale alle ultime elezioni politiche di settembre 2022, e nove indici sintetici che aggregano più parametri, come qualità della vita di giovani, bambini e anziani, qualità della vita delle donne, ecosistema urbano, indice della criminalità, indice di sportività, indice del clima, e iCityrank sulle città digitali.

Sul podio anche Bolzano e Firenze

Accanto a Bologna, seguita sul podio da Bolzano e Firenze, la classifica vede Parma al 9° posto e Reggio Emilia al 13°. Le province del Trentino Alto Adige restano salde nella top ten, con Bolzano al 2° e Trento al 5°. In Toscana sono tre le province presenti in cima alla classifica. Oltre a Firenze, le new entry Siena, al 4° posto (+11 posizioni), e Pisa (+12 posizioni) al 10°.
Tra le città metropolitane, Milano, che nel 2021 era in seconda posizione, resta nella top ten, ma scende all’8° posto, Roma scivola al 31° (-18 posizioni), Cagliari sale di due posizioni (18°), Genova è al 27° (perde una posizione), e Torino al 40° (-12 posizioni).
Sul fondo Napoli (98°, in discesa di otto posizioni) e Palermo (88°, +7 posizioni).

Pisa, Siena e Aosta le migliori per ambiente e servizi

Per quanto riguarda i sei ambiti in cui sono suddivisi i 90 indicatori, il podio per per ‘ricchezza e consumi’ spetta a Belluno, Bologna e Bolzano, per ‘affari e lavoro’ a Milano, Trieste e Roma, per ‘demografia salute e società’ a Bologna, Modena e Roma, per ‘ambiente e servizi’ a Pisa, Siena e Aosta, per ‘giustizia e sicurezza’ a Oristano, Pordenone e Sondrio, e per ‘cultura e tempo libero’ a Firenze, Trieste e Gorizia.

A Monza e Brianza meno gender gap

A offrire maggior benessere alle donne è la provincia di Monza e Brianza, seguita da Treviso e Cagliari. A dare slancio alla provincia lombarda sono soprattutto, riporta Adnkronos, i dati relativi all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro. Monza e Brianza registra il gap occupazione di genere più basso in Italia (7,1% contro il 19,4% della media nazionale), uno dei tassi di occupazione femminile più alti del Paese (69%), e il record di giornate retribuite a dipendenti donne (il 75,3% del massimo teorico). Inoltre, è terza dietro a Cagliari e Trento per speranza di vita delle donne, con 86,1 anni, circa quattro anni in più rispetto a Siracusa, ultima in questo indicatore.

Per il 46% degli italiani la maggior parte degli acquisti è online

Se prima della pandemia la quota di italiani che effettuava i propri acquisti online era appena del 20% oggi quasi la metà degli italiani, precisamente il 46%, dichiara di effettuare oltre il 60% dei propri acquisti online. Una percentuale che mostra quindi come sia più che raddoppiato il numero delle persone che oggi preferisce l’e-commerce rispetto alle tradizionali attività di acquisto. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Skebby.it, piattaforma che offre servizi professionali di mobile marketing & service, e svolto in collaborazione con Pollfish. 

In Italia l’incremento è maggiore rispetto agli paesi europei: +130%

L’indagine è stata effettuata nel mese di maggio 2022 su un campione di 3.004 persone residenti in Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. I dati dell’indagine rivelano come il boom dell’e-commerce abbia riguardato tutti i principali paesi europei, con valori e trend di crescita non troppo dissimili tra loro. Il nostro paese è però quello dove l’effettivo incremento di acquisti online è stato maggiore rispetto agli altri, con una crescita del +130%.

Nel Regno Unito l’e-commerce cresce meno

La Germania, ad esempio, prima della pandemia si attestava con una quota del 22% di persone che effettuavano la maggior parte dei loro acquisti online, mentre oggi il dato è pari al 45%. La Spagna invece è passata dal 25% al 47%, e il Regno Unito, che dei paesi oggetto dell’indagine è quello dove la propensione verso l’e-commerce è tradizionalmente più forte, è passato dal 27% al 53%. Il raddoppio della percentuale si è verificato poi anche in Francia, il paese dove l’e-commerce nel 2020 veniva utilizzato da appena il 19% dei consumatori per arrivare oggi al 38%.

Le aziende usano soprattutto gli sms per comunicare con i clienti

“La pandemia ha indiscutibilmente contribuito alla crescita dell’e-commerce e il nostro sondaggio ne mostra l’effettiva portata sia in Italia sia negli altri paesi del nostro continente – ha affermato Domitilla Cortelletti, Marketing Manager di Skebby.it -. Parallelamente al deciso incremento alle vendite online, si è assistito anche a un sensibile aumento dell’uso di strumenti per comunicare con i clienti nelle varie fasi dell’acquisto, dalla conferma dell’ordine a quella di spedizione e di consegna della merce – ha aggiunto Cortelletti -. Tra questi spiccano su tutti gli sms, che grazie agli elevati tassi di lettura e alla quasi assenza di spam, sono spesso preferiti alle e-mail da parte delle aziende che si occupano di commercio elettronico”.

Influence marketing, i follower e la relazione con gli influencer

L’influence marketing è un comparto che in Italia vale ormai quasi 300 milioni di euro, in crescita dell’8% nel corso dell’ultimo anno. Proprio all’influence marketing a novembre è stata dedicata la prima edizione dell’Influence Day, l’evento ideato da Flu e patrocinato dal Comune di Milano, inserito all’interno del palinsesto di eventi della Milano Digital Week 2022. Per l’occasione BVA Doxa ha condotto e presentato la ricerca Follower e influencer: quale relazione possibile?, con l’obiettivo di indagare la relazione tra influencer e follower, e come i primi siano in grado di influenzare l’acquisto di prodotti presso la propria community.

Ogni utente segue in media 18 influencer

La ricerca ha coinvolto un campione di 1.000 individui, utenti di Instagram e follower di almeno un influencer o personaggio famoso. Ma cosa rende gli influencer efficaci in termini di persuasione all’acquisto? Cosa apprezza il consumatore, e quali sono le potenzialità e i rischi per le aziende?
Dalla ricerca emerge come ciascun utente segua in media 18 influencer, di cui due terzi sono italiani. Il 53% degli user di Instagram segue middleinfluencer, ovvero con un numero di follower tra i 500 mila e 1 milione di follower, il 15% i micro-influencer, con follower sotto la soglia di 500.000, e il 32% segue influencer con oltre 1 milione di follower.

Il target femminile apprezza l’engagement

Il 55% degli user considera importante che gli influencer coinvolgano i propri follower, e l’engagement è particolarmente apprezzato dal target femminile (58%) e dai follower dei micro-influencer (59%). L’83% dichiara poi che il post dell’influencer è il punto di partenza per un successivo acquisto, mentre quanto ai brand, i follower si aspettano che gli influencer siano trasparenti. Questo, in particolare, per il 40% degli utenti. Ma il dato più importante è che i follower, seppur consapevoli che si tratti di sponsorizzazioni, ne traggono ciò che di utile ne può derivare, per conoscere un nuovo prodotto o per approfondirne le caratteristiche.

Una sponsorizzazione “genuina”

Se il tutto è gestito con trasparenza, e con lo stile tipico dell’influencer, le sponsorizzazioni sono apprezzate dal 62% del campione. In termini di erosione di fiducia nei confronti del brand, il 40% afferma che non ci sono formati o modalità di sponsorizzazione che possono davvero intaccare l’opinione nei confronti del brand. Pertanto, il consiglio per le aziende è quello di sperimentare, lasciando agli influencer o creator la possibilità di impostare la sponsorizzazione nella maniera più genuina possibile. Solo così il loro effetto di ambassador vedrà il suo pieno potenziale.

Il carattere giusto per fare carriera? No a sfrontatezza ed egoismo

Un doppio studio condotto dall’Università della California a Berkeley ha sfatato il mito secondo il quale per fare carriera è necessaria una buona dose di egoismo e sfrontatezza, mostrando come un comportamento prevaricatore o intimidatorio finisca per nuocere agli avanzamenti di carriera. I partecipanti allo studio sono stati contattati una prima volta al momento del loro ingresso nel mondo del lavoro, occasione durante la quale sono stati sottoposti a un test di personalità. Le medesime persone sono poi state contattate 14 anni dopo, in modo da poter raccogliere informazioni sui loro avanzamenti di carriera e sulla posizione ricoperta in azienda. Il risultato? Le persone maggiormente aggressive e con tendenze manipolatorie a lungo termine sono risultate svantaggiate rispetto alle persone mosse da lealtà, cortesia e generosità.

La gentilezza permette di ottenere riconoscimenti più rapidamente 

Lo studio ha quindi messo in luce quali sono le caratteristiche caratteriali che risultano più efficaci per fare carriera. E i risultati sono confermati anche da Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting. “Il nostro team di cacciatori di teste seleziona regolarmente figure manageriali per aziende dei settori più differenti, per poi seguirne gli avanzamenti all’interno delle aziende – spiega Adami – ed è un fatto che le persone maggiormente propense all’ascolto e alla costruzione di relazioni interpersonali stabili riescano a ottenere più agevolmente e rapidamente riconoscimenti in termini di sviluppo di carriera”.

Non basta saper prendere l’iniziativa

Per questo motivo, nella consapevolezza che la presenza di determinate attitudini e soft skill risultano premianti per le aziende che assumono nuovi talenti, “già nella fase di selezione di personale qualificato i nostri cacciatori di teste prestano particolare attenzione a questi aspetti, testando non solo le capacità di problem solving, non solo la motivazione e la capacità di prendere l’iniziativa, ma anche la disposizione verso i colleghi e la capacità di ascolto attivo”, sottolinea l’head hunter.

Il reddito è più alto per chi è emotivamente stabile

Ecco allora che avere una buona disposizione nei confronti dei propri colleghi, insieme a una buona dose di altruismo, aiuta sia nella ricerca di un nuovo e soddisfacente lavoro sia nella scalata al potere all’interno delle aziende. Va peraltro sottolineato che ulteriori studi hanno indicato altre caratteristiche cruciali per fare carriera. Una ricerca realizzata dall’Università del Colorado, in collaborazione con il National Institute on Aging e con la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, ha dimostrato, ad esempio, che la soddisfazione sul lavoro e il reddito sono maggiori nelle persone che si dimostrano coscienziose ed emotivamente stabili, coniugando quindi senso di responsabilità e controllo dello stress.

Linee vita e ponteggi

I ponteggi rappresentano una risorsa irrinunciabile per qualsiasi azienda che opera nel campo dell’edilizia.

Essi consentono infatti agli operatori di riuscire a raggiungere le zone più alte del palazzo o edificio oggetto di cantiere e di poter lavorare in facilità su tutta la superficie da ristrutturare o costruire.

Bisogna però considerare che durante le fasi di montaggio e smontaggio del ponteggio si è più esposti al pericolo maggiore per un lavoratore che presta il proprio servizio ad alta quota: la caduta verso il basso.

Tale pericolo in realtà a è presente anche quando il ponteggio è montato ed i lavoratori si muovono su di esso per svolgere le mansioni quotidiane.

Dunque i lavoratori sono soggetti ad un potenziale rischio di caduta durante tutta la loro permanenza sul ponteggio, ed è per questo che si cerca di individuare soluzioni che possano garantire la tutela dell’integrità fisica dei lavoratori.

Il lavoro ad alta quota

È importante specificare che il Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro individua in 2 metri l’altezza a partire dalla quale si può parlare di lavoro ad alta quota, oltre la quale diventa dunque necessario adottare tutte le misure di sicurezza prevista dalla legge stessa.

Ciò vale per quanti lavorano con e sui ponteggi ma anche per coloro i quali salgono direttamente sul tetto o lavorano sulle piattaforme, le quali possono raggiungere anche i diversi metri di altezza.

Dunque chiunque, a qualsiasi titolo, sia chiamato a lavorare ad una quota superiore ai 2 metri di altezza, per legge deve poter usufruire di tutti i dispositivi di protezione individuale o collettivi idonei a tutelarne la salute e la sicurezza.

Le linee vita per i ponteggi

Le linee vita rappresentano dunque una risorsa preziosa ed offrono la soluzione sicura e facile da installare, per questo considerate il dispositivo perfetto per quanti in cantiere gestiscono la sicurezza dei lavoratori in alta quota.

Si tratta di un punto sicuro di ancoraggio, in particolar modo una fune d’acciaio tesa tra due fissaggi, il cui scopo è proprio quello di consentire ai lavoratori di poter ancorare qui la propria imbracatura di sicurezza.

In questa maniera, anche se dovesse verificarsi una caduta improvvisa, questa verrebbe immediatamente arrestata dal dispositivo di protezione individuale indossato dal lavoratore, che è a sua volta agganciato alla linea vita.

Le linee vita hanno bisogno di manutenzione?

Le linee vita, così come qualsiasi altro tipo di dispositivo di sicurezza, hanno bisogno di una manutenzione ordinaria nel corso del tempo per verificare che esse funzionino perfettamente e consentano dunque ai lavoratori di poter operare in sicurezza.

Dunque per quel che riguarda la manutenzione di una linea vita si procede con una ispezione periodica, volta a determinare l’effettiva funzionalità del dispositivo, e controllare al tempo stesso che la struttura non abbia in alcun modo subito eventuali danni o manomissioni.

È proprio il  Decreto Legislativo 81/08, ovvero il Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, a prevedere l’obbligo di revisione delle linee vita e l’integrità di tutti gli altri dispositivi di sicurezza presenti.

Inoltre, c’è un aspetto legale non indifferente e che riguarda proprio i responsabili della sicurezza in cantiere o il datore di lavoro direttamente: nel momento in cui viene effettuata anche la revisione periodica delle linee vita infatti, essi sono sollevati da qualsiasi tipo di responsabilità, civile e penale, in caso di caduta.

Dunque un motivo in più per far effettuare non soltanto l’installazione delle linee vita tetto, ma anche la loro periodica manutenzione al fine di garantire sempre il massimo della sicurezza ai lavoratori e tutta la tutela necessaria ai responsabili di cantiere.

Trovare lavoro più in fretta con i consigli dell’head hunter

Trovare lavoro può sembrare spesso una “mission impossibile”, ma con i giusti strumenti e soprattutto con le indicazioni corrette può rivelarsi un’avventura positiva. Per riuscire a conquistare la candidatura ideale, però, è necessario affilare le armi a propria disposizione, come spiega Carola Adami fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting. Se si fa fatica a trovare il posto di lavoro perfetto, e soprattutto se si ha la sensazione che il tempo passi senza successo, è importante non abbattersi. Le principali ragioni per cui non si ottengono le risposte desiderate si possono raggruppare in due macrofattori, come evidenzia l’esperta: “Da una parte ci sono tutti i fattori che dipendono dall’esterno, sui quali non è possibile intervenire; pensiamo per esempio ai momenti di recessione, oppure alle stagionalità dei diversi settori. Dall’altra parte ci sono invece i fattori endogeni, legati al candidato stesso, relativi alla sua esperienza professionale, alla sua personalità, e al suo modo di presentarsi; su questi è ovviamente possibile intervenire”. E’ chiaro quindi che il raggio d’azione dell’aspirante candidato si deve concentrare sulla propria persona e la propria presentazione.  

Lavorare su se stessi 

Quali sono dunque le mosse da mettere in pratica per aumentare le proprie chance di trovare l’occupazione dei sogni? L’esperta fornisce a tutti gli aspiranti candidati una serie di consigli pratici. Prima di rispondere a un annuncio di lavoro, assicurarsi sempre che quella possa essere la posizione giusta per le proprie competenze e i propri obiettivi: è sempre meglio effettuare poche candidature ben curate che perdere tempo a mandare 10 candidature al giorno. Aggiornare e migliorare il proprio curriculum vitae, ottimizzandolo in vista del ruolo per il quale si intende effettuare la prossima candidatura. Così facendo si avranno maggiori possibilità di passare la prima scrematura dei cv. Accompagnare sempre il cv con una lettera di presentazione scritta appositamente per quella candidatura, mostrando in queste poche righe qual è il valore aggiunto che si può apportare all’azienda. Quando possibile, allegare alla candidatura anche una lettera di referenze.

Il ruolo dell’immagine online

Anche la propria immagine online riveste un ruolo importante: meglio eliminare da Facebook eventuali contenuti che potrebbero allontanare un selezionatore, e completare invece il proprio profilo su LinkedIn. Sono infatti sempre di più i recruiter che, per avere maggiori informazioni su un candidato, effettuano delle ricerche online più o meno approfondite prima di decidere se convocarlo o meno a un colloquio di lavoro. Infine, è utile allenarsi in vista del colloquio, lavorando sulla propria presentazione, sulle risposte alle domande più frequenti e sull’esposizione dei propri punti di forza.Infine, è molto importante anche studiare l’azienda alla quale ci si propone: sapere qualcosa in più sul potenziale datore di lavoro permetterà di affrontare il processo di selezione in modo più efficace.

Pronti per il Black Friday? Le dritte per fare ottimi affari

Il Black Friday, che come da tradizione si terrà l’ultimo venerdi di novembre – quest’anno cade il 25 – è ormai alle porte e gli shopping addicted italiani stanno aspettando con ansia quella data, in cui è possibile fare ottimi affari e accaparrarsi occasioni d’oro di ogni tipo, in particolare in ambito tecnologico. Alla giornata più “scontata” dell’anno partecipano negozi fisici, in particolare quelli delle grandi catene come Media World, tutti i big dell’ecommerce sul web e naturalmente i marchi presenti sia con i propri store sia con i loro portali che effettuano vendita on line. Insomma, il carrello è pronto per essere riempito: ma come fare per non lasciarsi sfuggire gli oggetti del desiderio? Gli esperti del settore hanno stilato una sorta di “prontuario” da seguire, in modo da arrivare preparati al Black Friday. Ecco le principali indicazioni.

Nelle settimane e nei giorni precedenti, tenersi aggiornati

Non perdere nessuna opportunità irripetibile richiede un po’ di abilità e pianificazione. Secondo gli addetti ai lavori, il primo consiglio utile è quello di iscriversi alla newsletter dei negozi e dei marchi che interessano maggiormente: si tratta di un’ottima opportunità per tenere monitorate tutte le promozioni. Tra l’altro, qui si possono scoprire in anteprima gli sconti che saranno disponibili durante il Black Friday. L’iscrizione è di norma semplicissima e veloce, basta collegarsi al sito del brand o della catena prescelta e seguire la procedura: di norma, è sufficiente inserire solo un indirizzo mail.

Il tempo è tutto: come giocare d’anticipo

Alcune delle migliori offerte del Black Friday si trovano solitamente online, dove le scorte di magazzino sono maggiori ed è perciò più difficile  che si esauriscano rapidamente. Per questo, è consigliabile registrarsi con un certo anticipo agli shop online, in modo da non doverlo fare quando si è in fase di acquisto. È infatti fondamentale evitare qualsiasi procedura che potrebbe far perdere tempo prezioso quando si deve fare in fretta per aggiudicarsi un’ottima occasione. È utile anche stilare una lista di tutto ciò che si desidera acquistare durante il Black Friday: questa contrasta la voglia di comprare compulsivamente e consente invece di mettere a fuoco le priorità. Ancora, bisognerebbe essere pronti con un piano B, ovvero una lista alternativa nel caso in cui i prodotti prescelti non fossero più disponibili. Il tempo è un fattore importante pure per quanto riguarda l’orario dello shopping: anche se il Black Friday non dura più solo una giornata, è altrettanto vero che gli affari migliori si fanno appena scocca l’ora degli sconti.