Il mercato del vino attraversa un periodo sfidante, caratterizzato da cambiamenti significativi in concomitanza con l’inflazione e una congiuntura economica negativa. Questi fattori hanno portato a una diminuzione dei consumi di vino a livello globale, Italia compresa, con un impatto notevole sui comportamenti d’acquisto, tra rinunce e privazioni.

L’aumento dei prezzi nel settore alimentare e delle bevande, con un incremento del 3,1% nel costo del vino nell’ultimo anno, ha comportato una perdita di 6.700 € pro-capite dal 2021 al primo semestre del 2023. Tre italiani su quattro hanno dovuto adottare strategie per far fronte a questa situazione, ad esempio la riduzione degli sprechi alimentari o l’aumento degli acquisti in promozione, .

Nei primi nove mesi del 2023 le vendite sono calate

Nel corso dei primi nove mesi del 2023, le vendite di vino nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) italiana sono diminuite di oltre il 3% in volume, mentre il canale HORECA mostra segnali di rallentamento dovuti a flussi turistici inferiori e alla riduzione della frequenza degli italiani nei ristoranti.

Per comprendere i nuovi modelli di consumo e di acquisto, l’osservatorio Wine Monitor di Nomisma ha condotto una survey sui consumatori italiani nel periodo gennaio-settembre 2023. Nel retail, il valore delle vendite di vino ha raggiunto i 65 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2022 a causa dell’inflazione, ma ancora in calo in volume, sebbene si intraveda una mitigazione della flessione.

I vini bianchi registrano performance migliori 

Analizzando le tipologie di vino, i dati di Nomisma indicano che in GDO, a valore, gli IGP/DOP e i bianchi hanno registrato performance migliori, con una contrazione rispettivamente del -3,5% e -3,1%. Nei discount, i bianchi e i vini da tavola mostrano trend positivi (-2,9% e -2,3%), mentre i rosati crescono del +1,8% in volume e del +7,8% a valore.

La congiuntura economica negativa influisce su tutti i canali di consumo. La survey di Nomisma di ottobre 23 rivela che il 76% degli italiani ha consumato vino a casa propria o da parenti e amici, mentre solo il 24% lo ha fatto in locali e ristoranti. Il 21% ha ridotto i consumi fuori casa, mentre il 4% ha smesso del tutto.

Prospettive stabili per il futuro 

Per quanto riguarda le prospettive future, il 75% prevede che le abitudini di consumo di vino rimarranno stabili nei prossimi sei mesi, con solo il 5% che prevede un aumento. Il 24% degli intervistati dichiara l’intenzione di iniziare o aumentare gli acquisti diretti dai produttori, mentre il 9% si orienterà maggiormente verso gli acquisti online.

Tuttavia, le tendenze variano tra le generazioni. Gli under 25 si avvicinano al mondo del vino in modo diverso, consumando meno e preferendo luoghi fuori casa nel 38% dei casi. Sono anche più attenti alla sostenibilità e alla salute, mostrando un forte interesse per i vini a basso contenuto alcolico.