È quanto emerge dall’indagine internazionale IEA ICCS (International Civic and Citizenship Education Study), condotta sull’educazione civica e la cittadinanza degli alunni di 13-14 anni, e presentata da Invalsi il 28 novembre: le studentesse e gli studenti italiani hanno un grado di conoscenza civica superiore alla media internazionale.

L’indagine, relativa al 2022, tiene conto di cinque aree di interesse (sostenibilità, tecnologie digitali, diversità, opinioni su sistema politico, cittadinanza globale) e tre “dimensioni”: conoscenza civica, atteggiamento e impegno, importanza dei contesti.
Gli alunni italiani si dimostrano quindi molto interessati, e attenti, a questioni come parità tra i sessi, diritti degli immigrati e sostenibilità ambientale. Ma le differenze geografiche tra le regioni, così come lo status socioeconomico della famiglia di provenienza, fanno la differenza.

Italia al settimo posto, la cinese Taipei al primo 

L’Italia ha conseguito un punteggio medio di conoscenza civica significativamente superiore alla media, pari a 523, classificandosi al settimo posto. Il punteggio più alto è stato ottenuto da Taipei cinese (583) e Svezia (565), il più basso da Bulgaria (456) e Colombia (452).

L’Italia presenta punteggi alti nei primi due livelli di rendimento (A e B) e bassi negli ultimi due (C e D).
Sud e Isole registrano il punteggio medio più basso dalla media nazionale, il Nord il più alto, mentre al Centro Italia molti studenti non raggiungono neanche il livello D, il minimo considerato dall’indagine.

Le studentesse hanno una marcia in più

In diciotto Paesi le studentesse hanno maggiore conoscenza civica dei loro compagni maschi. E in Italia le ragazze fanno registrare 27 punti in più dei ragazzi in tutte le macroaree geografiche. A eccezione del Sud, dove i risultati sono simili ma non presentano rilevanza statistica.

Dai dati emerge, inoltre, che lo status socioeconomico più alto degli studenti permette loro di avere maggiore conoscenza civica.
Un indice determinante che pesa molto, poi, è costituito dalla quantità di libri presenti in casa (più o meno di 26). Chi ha uno status socioeconomico alto, a livello internazionale, si discosta in questo indice di ben 65 punti.

Il futuro dei giovani è partecipato e democratico

Gli studenti italiani nel futuro sentono di poter partecipare civicamente, hanno aspettative più alte della media internazionale e si dichiarano propensi in misura maggiore degli studenti a livello medio internazionale a intraprendere una serie di attività a protezione dell’ambiente. 

Per quanto riguarda la partecipazione elettorale, la propensione degli studenti italiani al voto in età adulta è maggiore di quella rilevata a livello medio internazionale.
Dai dati emerge, inoltre, che per l’83% degli studenti italiani la democrazia resta la migliore forma di governo. Tuttavia, sono meno soddisfatti del sistema politico e più critici nei suoi confronti rispetto alla media internazionale. E sembrano avere meno fiducia nei tribunali e nel Parlamento rispetto alla media internazionale, ma più fiducia nei media tradizionali.