Lo attestano i risultati del Report di Rome Business School, dal titolo ‘Il lavoro e le persone: leadership, engagement, competenze e benessere’: per il 64% dei giovani dipendenti tra 23 e 30 anni, e dei manager con età compresa tra 31 e 60 anni, è la flessibilità di orario e luoghi di lavoro la priorità a cui le organizzazioni devono prestare maggiore attenzione.

E la Leadership gentile è il trend più importante riguardo all’evoluzione dei modelli di leadership (44,1%), mentre per il 33,3% lo stemperamento delle gerarchie, e per il 22,5% l’attenzione alla sostenibilità.
Nonostante in generale la retribuzione resti la principale motivazione al cambio di  lavoro, oggi i lavoratori desiderano lavorare per aziende socialmente responsabili, che offrano al contempo flessibilità lavorativa e percorsi di carriera.

Well-Being: priorità a benefit e welfare aziendale

Inoltre, il 23,2% pensa che le priorità per il Well-Being in azienda siano i benefit e il welfare aziendale, e solo per il 12,5% i servizi interni agli ambienti di lavoro.
Per poco più della metà (51,4%) il criterio maggiormente considerato dai giovani nella scelta di una posizione lavorativa è la possibilità di crescita, mentre il 45,9% del campione crede che questo criterio sia la flessibilità, e la restante percentuale, il posizionamento ESG dell’azienda.
E se per il 55,4% degli intervistati l’Engagement dei dipendenti è la sfida più importante del People Management, per il 29,5% è la Retention, mentre il 15,2% ritiene sia l’Attraction.

Un capo inclusivo e comprensivo

Oggi le esigenze dei dipendenti sono sempre più al centro, e in questo il leader ha un ruolo fondamentale.
Sta infatti al leader il compito di percepire le necessità dei dipendenti con cui collabora: deve fornire supporto psicologico, possedere qualità quali comprensione e umanità, deve mostrare inclusività, autorevolezza decisionale e capacità analitica di fronte ai problemi, ponendosi sempre come un esempio per i collaboratori.

I cambiamenti repentini che stiamo vivendo obbligano infatti una maggiore attenzione e cura da parte dei manager verso i propri collaboratori. La gestione del personale d’azienda non si basa prettamente sulle necessità aziendali, ma trae origine dalle esigenze dei dipendenti stessi.

Le 5 top skills del futuro

“Per essere competitivi, alla formazione di base e a quella tecnica bisognerà affiancare una cultura più interdisciplinare – afferma Francesco Baldi, docente dell’International Online Master in Finance di Rome Business School -. In particolare, saranno le Digital Skills a fare la differenza, perché particolarmente trasversali”, soprattutto quelle nell’ambito della sicurezza informatica, nell’automazione, cloud e Intelligenza artificiale.

Per il 64,9% del campione le competenze critiche da dover sviluppare in ambito AI sono la creatività e la relazionalità.
Ma per essere competitivi in ogni settore, le 5 top skills per il futuro saranno creatività, pensiero critico e analitico, problem solving, e abilità legate allo sviluppo e all’utilizzo della tecnologia. Come capacità di sapere leggere e interpretare i dati o competenze di programmazione.