Il fenomeno della ‘fuga di cervelli’ e del trasferimento degli italiani all’estero non è nuovo e continua ad accendere il dibattito sulla perdita di talenti di alto valore, che rischia di ridurre la competitività dell’Italia all’estero.
Maggiori vincoli burocratici, difficoltà a trovare alloggio, bassi livelli di retribuzione, scarse opportunità di carriera, qualità di vita che non soddisfa le aspettative, sono tra le preoccupazioni più sentite dagli expat italiani. 

Secondo l’ultimo Expat City Ranking 2023 di InterNations l’Italia è tra i posti peggiori in Europa dove lavorare.
Al contrario, guadagnano il podio le destinazioni europee che offrono un costo generale della vita più basso, un work-life balance più equilibrato, e un’assistenza sanitaria più accessibile.

La variabile fiscale

C’è poi un aspetto che InterNations non considera, ma che invece è dirimente nella scelta effettuata da i tanti che negli ultimi anni si sono trasferiti in Italia: la variabile fiscale.

“Le agevolazioni fiscali, concepite inizialmente come misure volte a favorire il ‘rientro dei cervelli’, sono state successivamente applicate a una platea molto ampia di lavoratori – sottolinea Linda Favi, Senior Associate Studio Legale Ughi e Nunziante -. Le misure hanno avuto un grande successo, ma si sono prestate anche a varie forme di abuso, quale il trasferimento all’estero per brevi periodi per poter beneficiare per 10 anni di una drastica riduzione delle imposte”.

Nel 2024 irrigidimento delle agevolazioni 

Per questo, dal primo gennaio 2024 il governo ha previsto di ridurre la portata dei benefici, abbassando la percentuale di esenzione del reddito e la durata del beneficio.

“Per l’anno fiscale 2024 si prevede un ‘irrigidimento’ della normativa di vantaggio, poiché è stata ridotta la riduzione della base imponibile dal 70% al 50% con un tetto massimo di 600mila euro, senza specificare se annuo o per i 5 anni. Inoltre, i soggetti che richiedono l’applicazione non devono essere stati residenti in Italia nei precedenti tre anni e devono impegnarsi a risiedere fiscalmente nel nostro paese per almeno 5 anni -. aggiunge Paolo Borghi, Partner di Moore Professionisti e Associati -. Inoltre, l’attività deve essere prestata per la maggior parte del tempo nel territorio italiano”.

Come attrarre persone ad alto reddito dall’estero?

Sono richiesti però anche requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, attestata dal paese di provenienza e riconosciuta in Italia, come riferisce Adnkronos.

“Tuttavia, queste norme potrebbero non avere l’effetto sperato, ovvero, attrarre talenti o persone ad alto reddito, se non sono accompagnate da un sistema ‘paese’ che favorisca l’accoglimento di queste persone, che generalmente hanno alte aspettative lavorative e di ‘qualità della vita’ – continua Borghi -. La variabile fiscale è solo una delle leve per attrarre i talenti o le persone ad altro reddito, ma non l’unica e deve essere accompagnato da una serie di altre attività, per offrire concrete opportunità di crescita professionale ed elevare la qualità di vita per avere un concreto effetto positivo per l’Italia”.