Autore: Martina Pellegrini

In base a quali fattori è possibile scegliere i pannelli fotovoltaici giusti?

La scelta dei pannelli fotovoltaici giusti è fondamentale, dato che può avere un impatto significativo sulla tua vita e sull’economia familiare.

I pannelli fotovoltaici adatti infatti, possono aiutarti concretamente a risparmiare denaro sulla bolletta della luce, a patto che tu scelga qualcosa di appropriato in base alla zona in cui vivi e agli spazi a disposizione per l’installazione dei pannelli.

Tra l’altro, scegliere bene ti consente anche di ridurre le tue emissioni di carbonio e rendere la tua casa più sostenibile. Dunque c’è anche un importante aspetto ambientale da considerare e per questo diventa ancora più rilevante fare la scelta giusta sin dal primo momento.

Ci concentreremo allora adesso su quelli che sono i fattori più importanti da considerare nella scelta dei pannelli fotovoltaici, allo scopo di aiutarti a prendere una decisione informata.

Fattore 1: La potenza

La potenza è la quantità di energia che un pannello fotovoltaico è in grado di generare, e viene misurata in watt (W).

La potenza necessaria per produrre energia per una unità abitativa dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Le esigenze energetiche
  • La superficie disponibile per l’installazione dei pannelli
  • La quantità di ore di luce nella zona in cui si vive

Se ad esempio hai un consumo energetico elevato, avrai bisogno di pannelli fotovoltaici più potenti o potresti pensare direttamente ad un impianto con accumulo (l’energia prodotta non viene utilizzata in maniera diretta ma appunto accumulata all’interno di apposite batterie e utilizzata all’occorrenza).

Se invece hai una superficie limitata per l’installazione, come avviene in condominio, o se vivi in una zona con un basso irraggiamento solare, dovrai scegliere pannelli fotovoltaici più efficienti per ottimizzare lo spazio e le ore di luce a disposizione.

Fattore 2: L’efficienza

L’efficienza di un pannello fotovoltaico è la percentuale di energia solare che questo è in grado di convertire in energia elettrica. L’efficienza dei pannelli fotovoltaici viene misurata secondo il rapporto tra la quantità di energia elettrica che viene prodotta e i 1.000 watt.

Più i pannelli fotovoltaici sono efficienti dunque, maggiore è la loro capacità di convertire energia solare in energia elettrica. Questo significa che esistono pannelli in grado di generare più energia rispetto ad altri, a parità di superficie.

Come regola generale, è importante per te sapere che i pannelli fotovoltaici monocristallini sono generalmente più efficienti dei pannelli fotovoltaici policristallini.

Fattore 3: Le dimensioni

Le dimensioni dei pannelli fotovoltaici variano a seconda della potenza e dell’efficienza.

I pannelli fotovoltaici più potenti sono generalmente più grandi, mentre i pannelli fotovoltaici più efficienti sono generalmente più piccoli.

Le dimensioni dei pannelli fotovoltaici possono influire sull’estetica finale e sulla loro facilità di installazione.

Qui entra in gioco lo spazio a disposizione: c’è infatti grande differenza tra il tetto di una abitazione privata (interamente a disposizione per questo scopo) ed un condominio in cui ciascun condomino può occupare soltanto una piccola parte della superficie del tetto.

Tra l’altro più sono grandi i pannelli fotovoltaici, maggiore sarà il peso da considerare e dunque bisognerà calcolare la capacità del tetto di resistere ai carichi.

Fattore 4: Il costo

Il costo dei pannelli fotovoltaici varia a seconda della potenza, dell’efficienza, delle dimensioni e della marca. In generale, i pannelli fotovoltaici più potenti, efficienti e di marca sono più costosi.

È importante confrontare i prezzi di diversi produttori prima di prendere una decisione d’acquisto.

Esistono ad ogni modo anche interessanti incentivi fiscali e detrazioni che rendono ancora più conveniente l’acquisto di questi pannelli.

Tale aspetto è particolarmente importante perché consente di accorciare notevolmente i tempi entro i quali un impianto di questo tipo è in grado di ripagarsi.

Per approfondire puoi richiedere consulenza ed eventuale sopralluogo a Sungroup, azienda che realizza impianti fotovoltaici Torino, la quale offre anche assistenza per le varie pratiche di detrazione fiscale e che può rispondere a tutte le tue domande in merito.

Fattore 5: La garanzia

La garanzia è un’importante fattore da considerare quando si acquistano dei pannelli fotovoltaici, in quanto essa copre l’acquirente da eventuali difetti di fabbrica.

È importante a tal proposito distinguere tra la garanzia sull’installazione (che riguarda ad esempio la struttura che sorregge l’impianto) e quella sui componenti dei pannelli. La prima è solitamente più breve, la seconda può andare anche oltre i 20 anni.

È importante per questo scegliere una azienda i cui pannelli fotovoltaici abbiano una garanzia di lunga durata, così da poter stare tranquillo anche per gli anni a venire.

Conclusione

Come appare evidente, la scelta dei pannelli fotovoltaici adatti è importante in quanto può avere un impatto significativo sia sulla qualità della tua vita che sulle tue finanze.

Considerando i cinque fattori sopra elencati, ti sarà possibile prendere una decisione informata con la certezza di aver fatto un ottimo acquisto, anche per gli anni a venire.

Scuola: la conoscenza civica degli studenti italiani supera la media internazionale

È quanto emerge dall’indagine internazionale IEA ICCS (International Civic and Citizenship Education Study), condotta sull’educazione civica e la cittadinanza degli alunni di 13-14 anni, e presentata da Invalsi il 28 novembre: le studentesse e gli studenti italiani hanno un grado di conoscenza civica superiore alla media internazionale.

L’indagine, relativa al 2022, tiene conto di cinque aree di interesse (sostenibilità, tecnologie digitali, diversità, opinioni su sistema politico, cittadinanza globale) e tre “dimensioni”: conoscenza civica, atteggiamento e impegno, importanza dei contesti.
Gli alunni italiani si dimostrano quindi molto interessati, e attenti, a questioni come parità tra i sessi, diritti degli immigrati e sostenibilità ambientale. Ma le differenze geografiche tra le regioni, così come lo status socioeconomico della famiglia di provenienza, fanno la differenza.

Italia al settimo posto, la cinese Taipei al primo 

L’Italia ha conseguito un punteggio medio di conoscenza civica significativamente superiore alla media, pari a 523, classificandosi al settimo posto. Il punteggio più alto è stato ottenuto da Taipei cinese (583) e Svezia (565), il più basso da Bulgaria (456) e Colombia (452).

L’Italia presenta punteggi alti nei primi due livelli di rendimento (A e B) e bassi negli ultimi due (C e D).
Sud e Isole registrano il punteggio medio più basso dalla media nazionale, il Nord il più alto, mentre al Centro Italia molti studenti non raggiungono neanche il livello D, il minimo considerato dall’indagine.

Le studentesse hanno una marcia in più

In diciotto Paesi le studentesse hanno maggiore conoscenza civica dei loro compagni maschi. E in Italia le ragazze fanno registrare 27 punti in più dei ragazzi in tutte le macroaree geografiche. A eccezione del Sud, dove i risultati sono simili ma non presentano rilevanza statistica.

Dai dati emerge, inoltre, che lo status socioeconomico più alto degli studenti permette loro di avere maggiore conoscenza civica.
Un indice determinante che pesa molto, poi, è costituito dalla quantità di libri presenti in casa (più o meno di 26). Chi ha uno status socioeconomico alto, a livello internazionale, si discosta in questo indice di ben 65 punti.

Il futuro dei giovani è partecipato e democratico

Gli studenti italiani nel futuro sentono di poter partecipare civicamente, hanno aspettative più alte della media internazionale e si dichiarano propensi in misura maggiore degli studenti a livello medio internazionale a intraprendere una serie di attività a protezione dell’ambiente. 

Per quanto riguarda la partecipazione elettorale, la propensione degli studenti italiani al voto in età adulta è maggiore di quella rilevata a livello medio internazionale.
Dai dati emerge, inoltre, che per l’83% degli studenti italiani la democrazia resta la migliore forma di governo. Tuttavia, sono meno soddisfatti del sistema politico e più critici nei suoi confronti rispetto alla media internazionale. E sembrano avere meno fiducia nei tribunali e nel Parlamento rispetto alla media internazionale, ma più fiducia nei media tradizionali.

Inflazione e vino: quali sono i nuovi trend di consumo?

Il mercato del vino attraversa un periodo sfidante, caratterizzato da cambiamenti significativi in concomitanza con l’inflazione e una congiuntura economica negativa. Questi fattori hanno portato a una diminuzione dei consumi di vino a livello globale, Italia compresa, con un impatto notevole sui comportamenti d’acquisto, tra rinunce e privazioni.

L’aumento dei prezzi nel settore alimentare e delle bevande, con un incremento del 3,1% nel costo del vino nell’ultimo anno, ha comportato una perdita di 6.700 € pro-capite dal 2021 al primo semestre del 2023. Tre italiani su quattro hanno dovuto adottare strategie per far fronte a questa situazione, ad esempio la riduzione degli sprechi alimentari o l’aumento degli acquisti in promozione, .

Nei primi nove mesi del 2023 le vendite sono calate

Nel corso dei primi nove mesi del 2023, le vendite di vino nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) italiana sono diminuite di oltre il 3% in volume, mentre il canale HORECA mostra segnali di rallentamento dovuti a flussi turistici inferiori e alla riduzione della frequenza degli italiani nei ristoranti.

Per comprendere i nuovi modelli di consumo e di acquisto, l’osservatorio Wine Monitor di Nomisma ha condotto una survey sui consumatori italiani nel periodo gennaio-settembre 2023. Nel retail, il valore delle vendite di vino ha raggiunto i 65 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2022 a causa dell’inflazione, ma ancora in calo in volume, sebbene si intraveda una mitigazione della flessione.

I vini bianchi registrano performance migliori 

Analizzando le tipologie di vino, i dati di Nomisma indicano che in GDO, a valore, gli IGP/DOP e i bianchi hanno registrato performance migliori, con una contrazione rispettivamente del -3,5% e -3,1%. Nei discount, i bianchi e i vini da tavola mostrano trend positivi (-2,9% e -2,3%), mentre i rosati crescono del +1,8% in volume e del +7,8% a valore.

La congiuntura economica negativa influisce su tutti i canali di consumo. La survey di Nomisma di ottobre 23 rivela che il 76% degli italiani ha consumato vino a casa propria o da parenti e amici, mentre solo il 24% lo ha fatto in locali e ristoranti. Il 21% ha ridotto i consumi fuori casa, mentre il 4% ha smesso del tutto.

Prospettive stabili per il futuro 

Per quanto riguarda le prospettive future, il 75% prevede che le abitudini di consumo di vino rimarranno stabili nei prossimi sei mesi, con solo il 5% che prevede un aumento. Il 24% degli intervistati dichiara l’intenzione di iniziare o aumentare gli acquisti diretti dai produttori, mentre il 9% si orienterà maggiormente verso gli acquisti online.

Tuttavia, le tendenze variano tra le generazioni. Gli under 25 si avvicinano al mondo del vino in modo diverso, consumando meno e preferendo luoghi fuori casa nel 38% dei casi. Sono anche più attenti alla sostenibilità e alla salute, mostrando un forte interesse per i vini a basso contenuto alcolico. 

Open Banking: in Italia +30% utenti nel primo semestre 2023

Nel 2022 n Italia il numero di utenti attivi nel sistema di Open Banking è stimato da Banca d’Italia a circa 1 milione. Secondo i dati dell’ultimo Market Outlook di CRIF, l’adozione di conti digitali in Italia continua a crescere anche nel primo semestre 2023. Il numero di utenti che connettono almeno un conto corrente aumenta del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e il tasso di successo da parte dei consumatori digitali segna un +6,2%.
Le  proiezioni vedono raggiungere 10 milioni di utenti entro il 2025.

L’analisi di CRIF evidenzia, inoltre, un marcato spostamento della distribuzione anagrafica degli utenti dalle fasce di età più giovani verso classi più anziane.

Utenti New to Credit e Active to Credit

Un 6% della popolazione che utilizza l’Open Banking si è spostato infatti dalla Generazione Z alle generazioni successive, a testimonianza dell’evoluzione culturale che vede anche Boomers e Generazione X avere sempre più confidenza con i servizi finanziari digitali.
Rimangono però le generazioni più giovani quelle che trainano la diffusione dell’Open Banking, sia in termini di tasso di consenso sia di successo.

Infatti, i ‘New to Credit’, tipicamente più giovani, fanno registrare un tasso di consenso maggiore del 20% rispetto agli ‘Active to Credit’. Inoltre, sono i più giovani a far registrare un maggiore incremento del tasso di consenso anno su anno.

Transazioni: calano per spese quotidiane a favore di shopping e bollette

Per quanto riguarda la distribuzione delle transazioni di Open banking, quelle effettuate per cibo e spese giornaliere sono le più frequenti, anche se, complessivamente, cala leggermente la loro incidenza sul totale a favore di Shopping, Hobby e tempo libero, Tasse e bollette.
Emergono inoltre sostanziali differenze tra i clienti titolari di mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile.

Infatti, i titolari di mutuo a tasso variabile, che sono stati maggiormente impattati dall’aumento dei tassi di interesse, hanno fatto registrare una disponibilità media prossima allo zero, a differenza dei titolari di mutuo a tasso fisso.

L’evoluzione del panorama normativo in UE

Per l’Open Banking una svolta significativa è data dall’evoluzione del panorama normativo.
La Commissione Europea ha presentato un pacchetto di nuove misure, collettivamente note come Payments Package, che comprendono una proposta di direttiva c.d. PSD3 che aggiorna in parte l’attuale PSD2, una proposta di regolamento (PSR) che disciplina i servizi di pagamento, in senso ampio, includendo una sezione dedicata ad Open Banking, e una proposta di regolamento (FIDA) per istituire un framework per accesso a dati finanziari (non solo bancari/transazionali) c.d. Open Finance, con ruoli, regole e schemi per il data sharing.

Risparmio energetico: il 60% degli italiani cambia stile di vita

Gli italiani pongono sempre più attenzione agli sprechi, introducendo nuove routine e abitudini di consumo quotidiane. 
Secondo lo studio ‘Italiani, risparmio e buone pratiche’, promosso da Samsung e realizzato in collaborazione con Human Highway, il 69,5% degli italiani è estremamente attento a limitare i consumi, ed è disposto a modificare il proprio stile di vita.
Tra le attitudini maggiormente modificate negli ultimi due anni, il consumo di energia elettrica in casa (55,6%), lo spreco di cibo (52,2%), e il consumo di acqua (51,8%).
Cambiamenti che interessano tutte le fasce di età, ma che vedono i GenZ più sensibili allo spreco alimentare (62,8% vs 45,8% Senior), gli Adulti al consumo di gas (53,4%), e i Millennials all’uso dell’aria condizionata (45,9%).

Con i rincari cresce l’attenzione allo spreco

Le motivazioni principali alla base del cambio di atteggiamento sono la maggiore attenzione generale allo spreco (57,2%) e i rincari degli ultimi anni (55,3%).
La preoccupazione legata alle condizioni economiche pesa sempre più sullo stile di vita degli italiani, tanto da superare l’attenzione all’ambiente (42%). In questo senso, svolge un ruolo determinante anche il cambiamento climatico, che per il 23% rappresenta il fattore principale dietro alle nuove abitudini di consumo.
E se le donne (59,5%) più degli uomini (54,7%) dichiarano di aver modificato il proprio atteggiamento per una maggiore attenzione a spreco e rincari, dal punto di vista generazionale sono Adulti e Senior ad aver modificato i propri comportamenti più di GenZ e Millennials.

Riciclare, spegnere le luci, preferire la bici 

Se 2 intervistati su 3 dichiarano di riciclare il più possibile 1 su 3 preferisce l’utilizzo della bicicletta o una camminata rispetto all’auto, e il 7% non utilizza l’auto se da solo.
In casa, poi, 7 su 10 dichiarano di spegnere le luci (73,5%) e 1 su 2 utilizza gli elettrodomestici come lavatrice, asciugatrice e lavastoviglie solo negli orari in cui consumano meno (51,3%).
Anche in questo caso le donne si confermano più attente a spegnere le luci in casa (78,7% vs 68%) e utilizzare gli elettrodomestici negli orari in cui consumano meno (55,9% vs 46,4%), mentre dal punto di vista generazionale Adulti e Senior sono i più attivi.

Smart home: la soluzione per controllare i consumi

In un’epoca dove la tecnologia può essere di aiuto i sistemi di smart home offrono una soluzione per avere maggiore controllo sui consumi.
Il 22,7% vorrebbe fare affidamento a un’app unica che aiuti a tracciare accensione e spegnimento di elettrodomestici e luci.
Un ottimo modo di risparmiare però è conoscere i consumi di ogni singolo elettrodomestico, e lo smartphone è considerato il dispositivo di maggiore aiuto nel risparmio energetico (30,9%).
Ma è il momento dell’acquisto di un elettrodomestico una delle fasi per le quali ci si prepara al meglio, e tra le caratteristiche considerate importanti al primo posto c’è l’affidabilità (87,9%), seguita da classe energetica (87,3%), prezzo (85,1%), funzioni eco e risparmio (79,3%).

Black Friday e Cyber Monday, per il 2023 atteso un boom di vendite online

Il Black Friday e il Cyber Monday si avvicinano e già si preannuncia un vero e proprio boom di vendite. Soprattutto, si stima un exploit di quelle online, secondo il trend registrato negli ultimi due anni. Lo anticipa un’analisi di Calicantus, leader nel settore della gestione dell’e-commerce in modalità full outsourcing. Dal 24 novembre, questi eventi si prospettano come momenti cruciali nel calendario commerciale e nei canali di vendita online. Anche perchè il 58% dei consumatori ha dichiarato di preferire le offerte digitali.
In base alla ricerca, si è avuto un aumento delle vendite online del +44% nel 2022 rispetto all’anno precedente, e si prevede una crescita aggiuntiva del 45% nel 2023. Nel periodo gennaio-luglio 2023, la crescita media è salita del 50% rispetto alla prima metà del 2022.

Dopo il 15 novembre exploit di acquisti online 

Calicantus rileva che il numero degli acquisti online dopo il 15 novembre 2022 è cresciuto del 60% rispetto alle settimane precedenti, mentre nello stesso periodo del 2021 il dato segnava +56%. Guardando ai numeri degli anni passati, si prevede un aumento esponenziale delle vendite online anche nel 2023, grazie al contesto economico attuale, alla crescente facilità di utilizzo dei siti web e all’efficienza dei servizi di spedizione.

Tecnologia, risparmio e coscienza

Il consumatore odierno è sempre più tecnologicamente competente e attento al risparmio, soprattutto dopo le difficoltà degli ultimi anni. L’80% degli italiani ha manifestato preoccupazioni legate alla situazione geopolitica, all’inflazione e alla guerra in Ucraina.
Tuttavia, l’83% degli utenti vede la Black Week come un’opportunità per pensare ai futuri regali di Natale.

Aumenta la fiducia nell’e-commerce

Valentino Bergamo, Ceo di Calicantus, sottolinea la crescente fiducia nei confronti dei canali di vendita online, attribuendo questo cambiamento a recensioni positive, politiche di reso gratuito, sicurezza nei pagamenti e servizi di spedizione efficienti.
Il Black Friday, uno dei periodi promozionali più importanti, influisce notevolmente sui comportamenti dei consumatori e dei rivenditori, e le aziende devono essere pronte ad affrontare l’aumento delle richieste da parte dei clienti con soluzioni di e-commerce aggiornate.

Quali sono le preferenze di acquisto?

Cosa si comprerà durante il Black Friday? Secondo Boston Consulting Group, il settore del fashion e-commerce (60%) sarà quello più ambito dagli italiani, seguito dagli acquisti di dispositivi elettronici (54%) e prodotti di bellezza e profumi (23%).
La sostenibilità avrà un ruolo determinante nei processi di acquisto: il 67% preferirà prodotti durevoli nel tempo, il 59% acquisterà da aziende locali e il 54% opterà per articoli ecologici o con componenti riciclati.

Flessibilità, leadership gentile, benessere: ecco cosa vogliono i giovani lavoratori 

Lo attestano i risultati del Report di Rome Business School, dal titolo ‘Il lavoro e le persone: leadership, engagement, competenze e benessere’: per il 64% dei giovani dipendenti tra 23 e 30 anni, e dei manager con età compresa tra 31 e 60 anni, è la flessibilità di orario e luoghi di lavoro la priorità a cui le organizzazioni devono prestare maggiore attenzione.

E la Leadership gentile è il trend più importante riguardo all’evoluzione dei modelli di leadership (44,1%), mentre per il 33,3% lo stemperamento delle gerarchie, e per il 22,5% l’attenzione alla sostenibilità.
Nonostante in generale la retribuzione resti la principale motivazione al cambio di  lavoro, oggi i lavoratori desiderano lavorare per aziende socialmente responsabili, che offrano al contempo flessibilità lavorativa e percorsi di carriera.

Well-Being: priorità a benefit e welfare aziendale

Inoltre, il 23,2% pensa che le priorità per il Well-Being in azienda siano i benefit e il welfare aziendale, e solo per il 12,5% i servizi interni agli ambienti di lavoro.
Per poco più della metà (51,4%) il criterio maggiormente considerato dai giovani nella scelta di una posizione lavorativa è la possibilità di crescita, mentre il 45,9% del campione crede che questo criterio sia la flessibilità, e la restante percentuale, il posizionamento ESG dell’azienda.
E se per il 55,4% degli intervistati l’Engagement dei dipendenti è la sfida più importante del People Management, per il 29,5% è la Retention, mentre il 15,2% ritiene sia l’Attraction.

Un capo inclusivo e comprensivo

Oggi le esigenze dei dipendenti sono sempre più al centro, e in questo il leader ha un ruolo fondamentale.
Sta infatti al leader il compito di percepire le necessità dei dipendenti con cui collabora: deve fornire supporto psicologico, possedere qualità quali comprensione e umanità, deve mostrare inclusività, autorevolezza decisionale e capacità analitica di fronte ai problemi, ponendosi sempre come un esempio per i collaboratori.

I cambiamenti repentini che stiamo vivendo obbligano infatti una maggiore attenzione e cura da parte dei manager verso i propri collaboratori. La gestione del personale d’azienda non si basa prettamente sulle necessità aziendali, ma trae origine dalle esigenze dei dipendenti stessi.

Le 5 top skills del futuro

“Per essere competitivi, alla formazione di base e a quella tecnica bisognerà affiancare una cultura più interdisciplinare – afferma Francesco Baldi, docente dell’International Online Master in Finance di Rome Business School -. In particolare, saranno le Digital Skills a fare la differenza, perché particolarmente trasversali”, soprattutto quelle nell’ambito della sicurezza informatica, nell’automazione, cloud e Intelligenza artificiale.

Per il 64,9% del campione le competenze critiche da dover sviluppare in ambito AI sono la creatività e la relazionalità.
Ma per essere competitivi in ogni settore, le 5 top skills per il futuro saranno creatività, pensiero critico e analitico, problem solving, e abilità legate allo sviluppo e all’utilizzo della tecnologia. Come capacità di sapere leggere e interpretare i dati o competenze di programmazione.

Sicurezza informatica, crescono gli attacchi ai sistemi ICS

Nel primo semestre del 2023, in Italia è stato rilevato e bloccato software dannoso su circa il 23,7% dei computer appartenenti ai sistemi di controllo industriale (ICS). Questo dato, basato sul report ICS CERT di Kaspersky,  sottolinea la crescente minaccia alla sicurezza informatica nelle infrastrutture industriali del paese. Tra le minacce più comuni ci sono stati script dannosi e pagine di phishing (9,7%), risorse Internet non autorizzate (7,7%) e documenti malevoli (4,5%).

Anche i Paesi considerati sicuri sono sono attacco 

Un aspetto interessante è che anche paesi generalmente considerati sicuri, come Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Canada, Europa occidentale e settentrionale, hanno sperimentato un aumento degli attacchi informatici ai computer ICS nel corso del primo semestre. Sebbene questi paesi mantengano livelli di minacce relativamente bassi rispetto ad altre regioni, l’aumento delle minacce è stato principalmente attribuito al blocco di risorse Internet non autorizzate e di script dannosi, spesso veicolati attraverso Internet e e-mail. Inoltre, è stato osservato un significativo aumento del rilevamento di spyware in queste aree.A livello globale, la percentuale di minacce varia notevolmente da regione a regione. In Africa, ad esempio, si è registrata la percentuale più alta, pari al 40,3%, mentre nel Nord Europa la percentuale più bassa, al 14,7%. In particolare, l’Etiopia ha riportato la percentuale più alta di minacce per paese, con il 53,3%, mentre il Lussemburgo ha segnalato la percentuale più bassa, al 7,4%.

In Europa il settore manifatturiero è il più colpito

Nell’Europa occidentale, il settore manifatturiero sembra essere il più colpito dalle minacce informatiche, con il 17,4% di computer ICS colpiti, seguito dai settori dell’energia (16,2%) e dell’oil & gas (12,2%). Evgeny Goncharov, responsabile di Kaspersky ICS CERT, ha sottolineato l’importanza della sicurezza informatica per le organizzazioni industriali, definendola come una questione di protezione degli investimenti e di resilienza degli asset critici. Ha anche enfatizzato che la comprensione delle minacce informatiche può aiutare le aziende a prendere decisioni informate, distribuire le risorse in modo efficace e rafforzare le difese, contribuendo così a un ambiente digitale più sicuro per tutti.

Controlli e aggiornamenti per prevenire gli incidenti

Per proteggere i sistemi di controllo industriale da varie minacce, gli esperti di Kaspersky consigliano di effettuare regolari valutazioni della sicurezza, monitorare le vulnerabilità, eseguire aggiornamenti programmati, utilizzare soluzioni di rilevamento delle minacce sofisticate e migliorare la formazione del personale per la prevenzione e la risposta agli incidenti di sicurezza informatica. 

Voto in condotta: gli italiani sono favorevoli alla riforma

Al 76% degli intervistati piace l’idea di dare maggior peso al voto in condotta, ovvero, che venga considerato nei crediti necessari per sostenere l’esame di maturità e che in caso di voto pari a 6 scatti il debito scolastico in educazione civica. È quanto emerge dal sondaggio condotto da Quorum/YouTrend per Sky TG24. Insomma, gli italiani promuovono la riforma del voto in condotta annunciata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. E se la proposta incontra il favore di tre italiani su quattro, il gradimento cambia leggermente in funzione delle fasce di età.

Chi è d’accordo ha tra 35 e 54 anni

Tra gli italiani con età compresa tra 18 e 34 anni è favorevole solo il 65% degli intervistati contro il 18% che si dichiara non a favore, mentre nella fascia anagrafica tra 35 e 54 anni la percentuale di è d’accordo sale all’82% (i contrari sono il 12%), e nella fascia da 55 anni in su il 77% dice sì contro il 13% che dice no. Ma a incontrare il favore di due su tre italiani è anche la figura del ‘docente tutor’, introdotta da quest’anno e che ha il compito di aiutare gli studenti nel processo di orientamento.Il 66% degli intervistati si dice infatti favorevole, mentre i contrari sono il 21%.  Anche in questo caso, le percentuali cambiano leggermente in base alle fasce d’età. Tra chi ha tra 18 e 34 anni l’idea piace al 63% (contrari il 24%), tra i 35-54 anni il 67% è favorevole ed è contrario il 21%, e tra chi ha oltre 55 anni l’idea piace al 66% mentre il 20% è contrario.

Una novità apprezzata in maniera traversale dall’elettorato di maggioranza e opposizione

In ogni caso, la novità sulla scuola sembra convincere in maniera traversale l’elettorato di entrambi gli schieramenti. La proposta del voto in condotta piace infatti all’84% dell’elettorato di FdI e all’87% dell’elettorato di altri partiti di centrodestra, oltre, rispettivamente, al 75% e 72% dei votanti del M5s e del Pd.
L’idea del docente tutor è invece apprezzata dal 67% degli elettori di FdI, dall’80% dei votanti di altri partiti di centrodestra, e rispettivamente dal 77% e dal 68% dell’elettorato del M5s e del Pd, riporta Italpress.

Una riforma pensata come un elemento della stretta contro il bullismo

La riforma del voto in condotta, pensata come un elemento della stretta contro il bullismo, prevede che la valutazione sul comportamento sia espressa in decimi e che il 5, contemplato per comportamenti gravi come commettere reati, violenze e ripetute violazioni del regolamento, contempli la bocciatura automatica. Inoltre, il voto in condotta torna anche alle medie, ma è soprattutto alle superiori che ha carattere più stringente.

Ritorno al lavoro: come farlo senza stress?

Le vacanze estive sono un periodo molto atteso dalla maggior parte degli italiani. Durante queste settimane, ci concediamo una pausa dalla solita routine quotidiana, abbandonando gli orari e gli obblighi lavorativi per dedicarci al relax e al piacere del tempo libero. Tuttavia, il ritorno al lavoro dopo le ferie può rivelarsi un momento complesso e faticoso, portando talvolta a sperimentare la cosiddetta “sindrome post-vacanze”. Questo disturbo si manifesta attraverso sintomi come apatia, stanchezza, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, stress e tristezza.

I consigli degli esperti

Per evitare questa situazione, Lidia Molinari, People Advisor Director di Adecco, società specializzata nel campo dello sviluppo e della valorizzazione del capitale umano, offre una serie di consigli per prepararsi al meglio al ritorno al lavoro senza stress.
Innanzitutto, è consigliabile riprendere la propria routine con anticipo, programmando il rientro a casa alcuni giorni prima di tornare in ufficio. Questo permette di avere il tempo necessario per adattarsi gradualmente alla routine quotidiana, organizzare le faccende personali, pianificare i pasti e mettere in ordine la casa. È importante anche riadattare i propri cicli di sonno-veglia gradualmente, se durante le vacanze si sono modificati gli orari abituali. Alzarsi un po’ prima del solito per andare in ufficio aiuta ad affrontare la giornata senza fretta e ansia.

Pianificare le cose da fare

Una volta tornati al lavoro, è essenziale pianificare il carico di lavoro con attenzione, concentrandosi inizialmente su compiti più leggeri e meno impegnativi. Questo permette di rientrare gradualmente nella routine lavorativa senza sentirsi sopraffatti. Organizzare le giornate, stabilire obiettivi realistici e dare priorità alle attività aiuta a gestire l’ansia e a evitare la pressione legata al carico di lavoro accumulato. È fondamentale concedersi pause regolari per rilassarsi e ricaricare le energie, aumentando così la produttività e la motivazione.

Il ruolo della corretta comunicazione

La comunicazione con i colleghi è un altro aspetto importante. Riprendere il dialogo con loro e con il proprio responsabile permette di allinearsi sui progetti e i compiti lasciati in sospeso durante le ferie, evitando sorprese e contenendo l’ansia. Mantenere relazioni positive con i collaboratori contribuisce anche a migliorare l’umore, l’entusiasmo e la motivazione sul posto di lavoro.

Momenti di svago

Per rendere la settimana lavorativa più sopportabile, è consigliabile organizzare attività di svago nel prossimo futuro, come uscite al cinema, cene con amici o passeggiate. Piccoli gesti che aiutano a ritrovare il buonumore e a trascorrere del tempo di qualità con amici e familiari. Infine, intraprendere un nuovo progetto personale o professionale che susciti entusiasmo può rendere la routine più piacevole. Questo può includere corsi di cucina, apprendimento di una nuova lingua o strumento musicale, o anche corsi di formazione per migliorare le proprie competenze professionali.

Prendersi cura anche del corpo

Inoltre, prendersi cura del proprio benessere fisico e mentale è fondamentale per ridurre lo stress e mantenersi in salute. Questo può includere l’esercizio fisico, la meditazione e la mindfulness, oltre a un’alimentazione equilibrata che fornisca energia. In conclusione, il ritorno al lavoro dopo le vacanze estive può essere gestito in modo più sereno seguendo questi consigli. Prepararsi con anticipo, pianificare con attenzione e dedicare tempo al benessere personale aiuta a rendere questo periodo di transizione più fluido e meno stressante.