La pandemia ha spinto la diffusione di strumenti digitali nel settore della sanità. Cittadini, medici e strutture sanitarie dopo la pandemia li utilizzano di più, tanto che la spesa per la sanità digitale in Italia è cresciuta del 5%, e la telemedicina è orami entrata nel quotidiano.
“Ma il processo di digitalizzazione del sistema sanitario è ancora frammentato: mancano competenze digitali e soprattutto le infrastrutture per una adeguata gestione e valorizzazione dei dati – spiega Alessandra Poggiani, Director of Administration della Fondazione Human Technopole -. Digitalizzare non significa trasferire un dato da una cartella cartacea a una computerizzata, ma ripensare processi e cambiare i modelli della sanità stessa puntando soprattutto sulla prossimità al paziente”.

La tecnologia semplifica il monitoraggio dei pazienti

Digitalizzare la sanità significa soprattutto anticipare le esigenze del paziente, “supportandolo al fine di prevenire quanto più possibile le patologie, anche attraverso un monitoraggio che oggi la tecnologia rende semplice e immediato con dispositivi ormai alla portata di tutti”, continua Alessandra Poggiani.
Ma un altro potenziale della digitalizzazione sanitaria è la possibilità di avere un accesso semplice, immediato e standardizzato ai dati,” utile a fornire ai decisori politici un quadro informativo migliore per definire politiche di sanità pubblica potenzialmente più efficaci”, aggiunge Poggiani.

La robotica in interventistica e il lavoro a distanza 

Quanto alle soluzioni di remotizzazione, possono colmare lunghe distanze, e nell’attuale contesto sanitario il lavoro a distanza è di particolare rilevanza. Può infatti “aiutare a mantenere una distanza di sicurezza da potenziali pazienti infetti e ottimizzare le procedure”, afferma Patrizia Palazzi, Strategic Sales Expert Siemens Healthineers. 
Le soluzioni di robotica in interventistica sono in grado di ridurre la dose di radiazioni all’operatore fino al 95% e ridurre fino al 53% il tempo di esecuzione dei trattamenti.
“Il lavoro a distanza nel settore sanitario – sottolinea Palazzi – è emerso come uno dei più efficaci modi per mitigare i tassi di infezione da coronavirus, accedere alle competenze mediche necessarie, massimizzare le risorse, semplificare il trattamento dei pazienti e consentire ai dipendenti di continuare a lavorare anche in quarantena e da casa”.

Superare la gestione ‘a silos’ dei dati

“Nell’attuale variegato panorama di flussi informativi e di enti risulta fondamentale avvalersi di sistemi tecnologici avanzati capaci di armonizzare e integrare dati di diversa tipologia e provenienza, superando la classica gestione ‘a silos’ – commenta di David Vannozzi, Direttore Generale CINECA -. In questo contesto, reso ancora più urgente dalla pandemia, ha preso il via un accordo tra CINECA e Ministero della Salute. Il progetto prevede lo sviluppo di soluzioni basate su tecniche di AI e analisi di big data che consentano l’integrazione dei dati, a supporto della governance nel Sistema sanitario nazionale”.