Usare il cellulare per più di 30 minuti fa alzare la pressione? Pare proprio di sì

Un team di ricercatori cinesi ha condotto uno studio mirato sull’effetto che l’utilizzo del cellulare ha sulla pressione arteriosa. La ricerca ha infatti rivelato come parlare al cellulare per almeno 30 minuti alla settimana possa aumentare del 12% il rischio di sviluppare ipertensione. Ma perchè ciò accade? Secondo gli studiosi, il fenomeno sembra essere collegato alla bassa energia a radiofrequenza emessa dai telefoni cellulari. L’ipertensione rappresenta un importante fattore di rischio per infarto e ictus ed è una delle principali cause di morte prematura a livello globale. Per cui ogni informazione utile a contrastarla è preziosa.

Il tempo conta 

L’autore dello studio, Xianhui Qin,della Southern Medical University, Guangzhou, Cina. ha affermato che è il numero di minuti trascorsi al telefono che fa la differenza in merito alla salute del cuore. Ovvero, più minuti si trascorrono all’apparecchio più aumenta il rischio di sviluppare l’ipertensione. Nel corso dello studio sono stati coinvolti 212.046 adulti di età compresa tra 37 e 73 anni senza ipertensione, ai quali sono state chieste informazioni sul loro utilizzo del telefono cellulare. Dopo un follow-up mediano di 12 anni, è emerso che gli utenti di telefoni cellulari che parlavano al cellulare per 30 minuti o più a settimana avevano una probabilità del 12% maggiore di sviluppare ipertensione rispetto a coloro che parlavano meno di 30 minuti. Questi risultati sono stati riscontrati sia per le donne sia per gli uomini, senza differenze di genere.

Il vivavoce? Non serve a contrastare il fenomeno

Inoltre, l’uso di un dispositivo vivavoce non sembra influire sulla probabilità di sviluppare ipertensione. Insomma, anche se si utilizzano dispositivi di protezione, pare che il risultato non cambi. Ovviamente, saranno necessari ulteriori approfondimenti sul tema.

La genetica ha un ruolo importante

Non sono solo le abitudini – compresa quella di parlare al telefono – a interferire con la buona salute. Come sempre, riveste un ruolo di primo piano anche la genetica. L’analisi del rischio genetico, condotta  sempre dal team di scienziati cinesi, ha mostrato che le persone con un alto rischio genetico hanno una probabilità del 33% maggiore di sviluppare ipertensione se parlano al cellulare per almeno 30 minuti alla settimana. Secondo Qin, però, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati, ma nel frattempo sembra prudente ridurre al minimo le telefonate per preservare la salute del cuore. Si tratta di un’indicazione che riguarda tutti i cittadini del mondo, dato che tre quarti della popolazione globale di età pari o superiore a 10 anni possiede un telefono cellulare.

Immobiliare di lusso: Parigi è in testa, Milano chiude la Top 10

Parigi, che si sta preparando per le Olimpiadi del 2024, sembra trovare unanimità tra gli investitori internazionali, attratti dal suo patrimonio, la sua cultura e la sua forza economica. La capitale francese è infatti al 1° posto tra le 50 città più attraenti per l’immobiliare di lusso. Ma tra le prime dieci ci sono anche altre quattro europee, Londra (7°), Ginevra (8°), Madrid (9°) e Milano (10°), segnale di un ritorno in grazia delle città storiche agli occhi di clienti facoltosi. Il primato emerge dal Barnes Index City 2023 più ricercate dagli UHNWI (Ultra High-Net-Worth Individuals), che dopo Parigi eleggono sul podio due mete americane, Miami (2°) e New York (3°).

Il balzo in avanti di Roma 

Il 2022 è stato in generale un anno incredibile per le compravendite residenziali in Italia, con circa 787.000 compravendite (+4.8%) sul territorio nazionale. E i primi mesi del 2023 hanno espresso un’effervescenza in Italia anche del mercato immobiliare di lusso, riscontrando un aumento della domanda soprattutto da parte di clienti stranieri. Nel Barnes Index City 2023 appaiono infatti anche due italiane, Milano (10°), e Roma, che dal 22° posto dell’anno precedente passa all’11°. Roma fa quindi un balzo in avanti nella classifica delle città più desiderate dagli ultra-ricchi del mondo, confermando il trend di crescita della domanda di immobili degli ultimi anni.

Nella Top 5 quattro americane e un’araba

Il livello più alto è composto da cinque città, riuscite più di altre a rassicurare gli investitori in questo periodo di incertezza. Oltre a Parigi, in cima alla lista, grazie alla loro vitalità economica hanno conquistato il 2°, 3° e 4° posto tre grandi città degli Stati Uniti, Miami, New York e Austin (Texas).
In quinta posizione Dubai, che entra a far parte dell’esclusivo club degli investimenti ‘safe global’ per il suo appeal esercitato su imprenditori ed expat family. È infatti una sorta di El Dorado per gli investitori nei settori del lusso, tech e salute, e in due decenni è passata da destinazione in cui investire a destinazione in cui vivere.

Scommesse sicure per gli investitori

Tra le tradizionali ‘scommesse sicure’, Londra, Ginevra, Madrid, Milano e Roma, a conferma di un polarismo all’interno dell’indice tra Nord America e Europa, interrotto da Tokyo, che appare come unica città asiatica al 6° posto della Top 10. Ma alle soglie della Top 10 c’è una nuova arrivata, Istanbul, che ogni anno attira sempre più investitori grazie alla sua posizione strategica nel punto di incontro tra Europa e Asia. Quanto alle ‘escluse’, la chiusura della Cina agli stranieri ha fatto sì che diverse città cinesi scendano o siano fuori dall’Index. Allo stesso modo, riporta Ansa, la guerra in Ucraina ha alienato Mosca e San Pietroburgo dalle simpatie degli investitori per un periodo di tempo imprecisato.

Cos’è Qbot, il malware che prende di mira le e-mail aziendali?

Qbot è un trojan bancario che funziona come parte di una rete botnet. È in grado di rubare dati come password e corrispondenza di lavoro, e consente agli attori delle minacce di installare ransomware o altri trojan su vari dispositivi in rete. All’inizio di aprile Kaspersky ha scoperto un aumento di attacchi del malware Qbot indirizzato a utenti aziendali e diffuso attraverso una campagna di e-mail dannose. Gli attaccanti utilizzano tecniche avanzate di social engineering: intercettano la corrispondenza di lavoro e inoltrano allegati PDF dannosi agli stessi thread di posta elettronica, metodo insolito per questo malware. Dal 4 aprile, più di 5.000 e-mail contenenti allegati PDF sono state ricevute in vari Paesi e la campagna non sembra arrestarsi.

Un file PDF diffonde il malware in inglese, tedesco, italiano e francese

L’ondata è iniziata la sera del 4 aprile e da allora gli esperti di Kaspersky hanno scoperto oltre 5.000 e-mail di spam con file PDF che diffondono il malware Qbot in inglese, tedesco, italiano e francese. Il banker viene distribuito attraverso la corrispondenza di lavoro di una potenziale vittima, rubata dai criminali informatici che inoltrano un’e-mail a tutti i destinatari del thread esistente e chiedono di aprire l’allegato PDF dannoso in circostanze plausibili. Ad esempio, gli attaccanti potrebbero chiedere di condividere tutta la corrispondenza relativa all’allegato, o di calcolare l’importo del contratto in base ai costi stimati nell’allegato.

Un’immagine che simula una notifica di Microsoft Office 365 o Microsoft Azure

Più in particolare, il contenuto del file PDF è un’immagine che simula una notifica di Microsoft Office 365 o Microsoft Azure. Se l’utente fa clic su ‘Open’, l’archivio dannoso viene scaricato sul suo computer da un server remoto (sito Web compromesso). Gli esperti di Kaspersky hanno condotto un’analisi tecnica dettagliata di questo schema, disponibile su Securelist.

I cybercriminali aggiungono nuovi elementi convincenti di ingegneria sociale

“Raccomandiamo alle aziende di prestare sempre attenzione perché il malware Qbot è molto dannoso, anche se la sua funzionalità di base non è cambiata negli ultimi due anni – ha dichiarato Darya Ivanova, Malware Analyst di Kaspersky -. Gli autori migliorano costantemente le loro tecniche, aggiungendo nuovi elementi convincenti di ingegneria sociale. Questo aumenta la probabilità che un dipendente sia vittima dello stratagemma. Per essere sempre al sicuro, è importante controllare attentamente i vari segnali di allarme, come l’ortografia dell’indirizzo e-mail del mittente, allegati strani, errori grammaticali e altro ancora. Inoltre, le soluzioni di cybersecurity specializzate possono aiutare a garantire la sicurezza delle e-mail aziendali”.

Italia, oltre 2 oggetti connessi per abitante

Gli oggetti connessi attivi in Italia sono 124 milioni, poco più di 2,1 per abitante. A fine 2022 si contano 39 milioni di connessioni IoT cellulari (+5% rispetto al 2021) e 85 milioni di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+15%). Tra queste, una spinta significativa arriva dalle reti LPWA (Low Power Wide Area) che vedono una crescita del 20% in un anno, passando da 2 a 2,4 milioni di connessioni. Anche quest’anno, la spinta maggiore sul mercato viene data proprio dalle applicazioni che utilizzano tecnologie di comunicazione non cellulari, 4,5 miliardi di euro, +15%. Crescita più contenuta, pari al +11%, per le applicazioni che sfruttano la connettività cellulare, il cui valore di mercato arriva toccare quota 3,8 miliardi di euro.Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.

Un mercato italiano da oltre 8 miliardi di euro

Nel 2022 il mercato italiano dell’Internet of Things continua la sua corsa: +13% rispetto al 2021, raggiungendo 8,3 miliardi di euro, nonostante i problemi legati alla carenza di semiconduttori e di materie prime, oltre all’instabilità economica e politica della guerra in Ucraina.  
Tra i diversi ambiti IoT, la fetta più grande del mercato è rappresentata dalla Smart Car, con un fatturato da 1,4 miliardi di euro, pari al 17% del totale. Al secondo posto, le applicazioni IoT nel mondo utility (Smart Metering e Smart Asset Management) con 1,37 miliardi di euro, in crescita ma ormai prossime alla saturazione: nel 2022 sono stati installati altri 1,1 milioni di contatori gas connessi in utenze domestiche (84% del parco complessivo) e 1,7 milioni di smart meter elettrici di seconda generazione (64% del totale). 

Gli ambiti Smart

Seguono poi Smart Building (1,3 miliardi), Smart City (830 milioni), Smart Factory (780 milioni), Smart Home (770 milioni), Smart Logistics (715 milioni) e Smart Agriculture (540 milioni). Gli ambiti che stanno crescendo di più all’interno del mercato IoT, però, in particolare sono Smart Agriculture (+32%), Smart Factory (+22%) e Smart Building (+19%).

Aumentano le aspettative per il futuro

“Prosegue la crescita del mercato dell’Internet of Things, sia in termini di valore che di maturità dell’offerta – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio IoT –. Cresce la consapevolezza di aziende, pubbliche amministrazioni e consumatori, sempre più interessati a gestire da remoto asset e dispositivi smart, attivando servizi e funzionalità avanzate, mentre si accende la competizione con nuovi player globali. Nel contempo, aumentano le aspettative per il futuro, anche grazie ai grandi investimenti previsti dal PNRR e ai frequenti rincari dell’energia, che spingono aziende e consumatori a porre maggiore attenzione ai consumi, sfruttando anche le tecnologie smart”.

Quando le cryptoscam sfruttano i servizi di Google: cosa succede?

Kaspersky, nota azienda di sicurezza informatica, ha recentemente evidenziato un preoccupante aumento degli attacchi di phishing che sfruttano i servizi di Google. In particolare, gli esperti di Kaspersky hanno registrato a gennaio 2023 un aumento del 189% dei tentativi di accesso a siti di phishing che imitano i servizi di Google, rispetto al mese precedente. Questi siti di phishing sono stati progettati per attirare gli utenti che non si aspettano di essere contattati e costringerli a fornire le proprie credenziali di accesso, permettendo agli attaccanti di accedere a più utenti e account all’interno dell’ecosistema di un’azienda.

YouTube di Google può essere un obiettivo per i truffatori

In particolare, la piattaforma di hosting video YouTube di Google risulta essere un obiettivo importante per i truffatori, che possono utilizzarla per raggiungere rapidamente i loro obiettivi. Kaspersky ha infatti osservato uno schema fraudolento in cui gli attaccanti ottengono l’accesso all’account di un celebre vlogger, cambiano lo sfondo e l’avatar del profilo, quindi iniziano a trasmettere i propri video. In uno di questi video, dedicato alle criptovalute e che sfrutta un canale già esistente con Elon Musk, gli utenti sono stati convinti a selezionare un codice QR mostrato sullo schermo. Tuttavia, uno dei link portava a una pagina fraudolenta che avrebbe ospitato una lotteria di criptovalute, mettendo a rischio il denaro e i dati personali degli utenti.

Attacchi sempre più evoluti

Secondo Roman Dedenok, Security Expert di Kaspersky, gli attacchi di phishing continuano a evolversi e a diventare sempre più sofisticati. I criminali informatici sfruttano servizi online popolari come Google per ingannare gli utenti e indurli a fornire le loro informazioni personali. L’aumento dello sfruttamento malevolo dei contenuti video, come si è visto in questa recente cryptoscam su YouTube, aggiunge un ulteriore livello alle truffe, rendendo ancora più difficile per gli utenti distinguere tra la realtà e l’illegalità.

Le mosse per proteggersi

Per proteggersi da questo tipo di minacce, gli esperti di Kaspersky consigliano di utilizzare password sicure e uniche per ogni account, evitando di usare la stessa password per più account. È importante utilizzare una combinazione di lettere maiuscole e minuscole, numeri e simboli per creare una password difficile da individuare. Inoltre, è consigliabile impostare l’autenticazione a due fattori per aggiungere un ulteriore livello di sicurezza ai propri account, richiedendo una seconda forma di identificazione, come un codice inviato al proprio telefono o un’applicazione di autenticazione, oltre alla password.
È inoltre importante fare attenzione alle e-mail e ai messaggi sospetti, evitando di cliccare su link o di scaricare allegati da mittenti sconosciuti e diffidando dai messaggi che chiedono le credenziali di accesso o informazioni personali. Infine, gli utenti dovrebbero installare una soluzione software di sicurezza.

Cosa ci rende felici? Soprattutto le relazioni personali

Le persone sono più soddisfatte delle relazioni personali, come i rapporti con amici e familiari, rispetto alla situazione economica e politica del proprio paese. Lo rivela l’ultima indagine Ipsos – condotta in 32 Paesi del mondo in occasione della Giornata internazionale della felicità 2023. Si scopre così che quasi tre persone su quattro (73%) si dichiarano felici. In particolare, i più alti livelli di felicità si registrano soprattutto in Cina (91%), Arabia Saudita (86%) e Paesi Bassi (85%), al contrario, quelli più bassi in Polonia (58%), Corea del Sud (57%) e Ungheria (50%). L’Italia non rientra tra i Paesi più felici al mondo: si trova al 25° posto fra i 32 paesi esaminati.

I più alti livelli di soddisfazione riguardano la sfera emotiva

Cinque dei sei principali aspetti della vita che mostrano i più alti livelli di soddisfazione riguardano le relazioni: i figli, il partner, l’accesso alla natura, il livello di istruzione, i parenti e gli amici. Invece, i cinque aspetti di cui le persone sono meno soddisfatte sono la situazione sociale e politica del paese, la situazione economica del paese, la propria situazione finanziaria, la vita sentimentale/sessuale e l’esercizio fisico/attività fisiche.

Cosa cambia a seconda dei Paesi

Le aree della vita di cui le persone sono soddisfatte tendono a variare a seconda del livello di sviluppo economico del paese. I cittadini dei paesi più ricchi tendono a essere più soddisfatti della loro sicurezza personale, dei beni materiali e delle condizioni di vita rispetto a quelli dei paesi a medio reddito. Al contrario, i cittadini dei paesi a medio reddito tendono a essere più soddisfatti della loro vita religiosa, della loro salute fisica e del loro aspetto rispetto ai cittadini dei paesi più ricchi.

La “misura” della propria vita

Ipsos ha misurato la relazione tra il livello di felicità generale dichiarato da tutti gli intervistati e il livello di soddisfazione per i 30 aspetti della vita. Ne è emerso che i primi cinque fattori di felicità sono sentire che la propria vita ha un significato, sentirsi in controllo della stessa, salute mentale e benessere, vita sociale e condizioni di vita. Nonostante la famiglia e gli amici siano tra le fonti di felicità più diffuse, un adulto su cinque non dispone di un sistema di supporto di amici o parenti su cui poter contare in situazioni difficili. Gli intervistati a basso reddito, meno istruiti, non sposati e della Generazione Z hanno meno probabilità di affermare di avere accesso a reti di supporto rispetto agli intervistati a più alto reddito, più istruiti, sposati e più anziani, rispettivamente.

Il livello di felicità influenza i consumi

Infine, considerando i singoli paesi, i livelli di felicità tendono a riflettere i livelli di fiducia dei consumatori. Infatti, confrontando la percentuale di quanti si dichiarano felici e il Consumer Confidence Index di Ipsos, emerge una forte correlazione. Il Consumer Confidence Index rileva il sentiment delle persone riguardo alla propria situazione finanziaria.

Le donne italiane e la finanza personale 

Le donne italiane non sembrano essere molto informate in merito alla finanza. Poche, infatti, conoscono la differenza tra un tasso fisso e uno variabile, e non sono molte che saprebbero spiegare cosa siano una franchigia o un prestito personale. Di fatto, nonostante si tratti di una materia che riguarda tutti da vicino, come è emerso dall’indagine che Facile.it ha commissionato agli istituti mUp Research e Norstat, più di due intervistate su tre, il 67,3%, si dichiarano poco o per nulla preparate a riguardo. Ma quali sono le ragioni di questa impreparazione?

Le ragioni delle lacune

Il 36% delle intervistate ha affermato di considerare la finanza personale un argomento troppo difficile, il 20% ha semplicemente risposto di non essere interessata alla materia, e se si considerano le donne che vivono insieme a un partner, è emerso addirittura che il 12% di loro ha ammesso di non interessarsi all’argomento perché se ne occupa l’altra ‘metà’. In realtà, ben 1,4 milioni di donne italiane vorrebbero colmare questa lacuna, ma non riescono a farlo per diverse ragioni. In particolare, il 54% perché non ha tempo, e il 44% perché non ha le risorse economiche necessarie, percentuale che supera il 53% tra coloro che abitano al Sud e nelle Isole. Ben più grave la condizione di quasi 20.000 donne che hanno dichiarato di non poter approfondire la materia perché il partner non vuole.

Le più preparate sono spesso autodidatte

Se a livello nazionale la percentuale di donne che hanno dichiarato di avere conoscenze in ambito di finanza personale è pari al 32,7%, la percentuale sale notevolmente per le donne con età compresa tra 35 e 44 anni (38,6%), mentre il valore scende se ci si sposta sulla generazione precedente, passando al 30,8% tra le 55-64enni e al 30,2% tra le over 65. Fa riflettere vedere come la principale fonte di preparazione sulle tematiche della finanza personale non sia la scuola (solo il 12,5% ha imparato qualcosa grazie al proprio percorso di studi) ma l’autoapprendimento, tanto che il 57% ha dichiarato di averlo fatto da sola. Per il 23% sono state importanti anche le esperienze lavorative, mentre anche il ruolo della famiglia nell’educazione finanziaria delle donne rimane marginale (5,5%).

TAN, TAEG, Cap… questi sconosciuti

L’indagine ha poi analizzato il grado di conoscenza su alcuni termini specifici legati al mondo della finanza personale, come mutui, prestiti, assicurazioni e bollette. Se la maggior parte delle intervistate ha dichiarato di conoscere termini generici basilari, come ad esempio ‘mutuo a tasso fisso’ (67,5%), ‘mutuo a tasso variabile’ (63,2%) o prestito personale (63,3%), la situazione peggiora quando si approfondiscono altri argomenti. Ad esempio, il 76% non saprebbe spiegare il significato di TAN e il 72% ignora anche cosa sia il TAEG. In ambito assicurativo, invece, un’intervistata su due non sa cosa sia la franchigia, mentre addirittura il 66% non conosce il significato di ‘massimale’.

Prestiti personali, con gli aumenti dei tassi meglio verificare le opportunità online

In un anno i tassi di interesse sono saliti e questa crescita ha avuto un deciso impatto anche sui prestiti personali. Con l’aumento del costo del denaro, infatti,  il Taeg medio disponibile online è aumentato del 25% in un anno, passando dal 7,50% di gennaio 2022 al 9,40% di gennaio 2023. Lo evidenzia una recente analisi di Facile.it, condotta sui dati di gennaio 2023. In linea generale, in Italia la prima ragione per cui si chiede un prestito personale è l’ottenimento di liquidità, richiesta spesso legata alla necessità di fare fronte ad imprevisti o a spese ingenti e che a gennaio 2023 ha rappresentato quasi un terzo della domanda totale (31,1%). 

Quando si spende per poter spendere?

I numeri sono eloquenti. Chi a gennaio 2023 ha ottenuto un prestito personale per liquidità da 10.000 euro della durata di 5 anni, al termine del piano di ammortamento, tra interessi ed altri costi accessori avrà speso in media 2.300 euro. Una cifra molto maggiore rispetto a chi ha chiesto lo stesso tipo di prestito a gennaio 2022, quando queste voci ammontavano a circa 1.760 euro.
Per far fronte ai costi più elevati, le famiglie scelgono di orientarsi su importi più contenuti; ad esempio, guardando alle richieste di prestiti personali per liquidità raccolte online a gennaio 2023, emerge che chi ha presentato domanda ha puntato ad ottenere, in media, 9.207 euro, valore in calo del 5% rispetto allo scorso anno. La riduzione si è tradotta anche in un accorciamento della durata dei piani di ammortamento, passati da 60 a 55 mesi. Stabile, invece, l’età media di chi ha presentato domanda, ferma a 42 anni.

Verificare anche le proposte on line

“In un periodo caratterizzato da un aumento generalizzato dei tassi di interesse, risulta quantomai importante confrontare le proposte di diverse società di credito”, spiega Aligi Scotti, BU Director prestiti di Facile.it. “Solo così è possibile identificare l’offerta più adatta alle proprie esigenze e risparmiare, tenendo conto che la differenza tra una finanziaria e l’altra può essere davvero notevole. L’intervento di un consulente esperto può essere fondamentale anche per individuare la società di credito adeguata al profilo di rischio del richiedente, aumentando la probabilità di approvazione del prestito”.
Una risposta può arrivare dal canale on line, ad esempio. Secondo l’ultima rilevazione della Banca d’Italia il tasso medio del totale prestiti personali (TEGM) è pari a 11,61%, ma l’online può offrire diverse opportunità di risparmio, visto che gli indici medi oggi viaggiano intorno al 9,40% (Taeg).

L’inflazione spinge le aste online 

Le aste online sono un’ancora di salvezza economica in tempi di inflazione? Sembra di sì. L’inflazione ha portato a un aumento di chi è alla ricerca di nuove fonti di guadagno e oggetti in grado di mantenere valore nel tempo, e di conseguenza, sta spingendo il mercato delle aste online. Sono infatti oltre 3,7 milioni gli oggetti messi all’asta nel 2022 su catawiki. Secondo l’analisi di catawiki, il marketplace online di oggetti speciali, nel 2022 ha registrato una crescita di nuovi utenti: il 45% degli offerenti e il 60% dei venditori hanno utilizzato la piattaforma per la prima volta. E a novembre sono state oltre 100.000 le proposte da parte di venditori italiani, il numero più alto di sempre.

Italia al top per oggetti acquistati e venduti sul web

L’Italia si conferma il primo mercato di catawiki, con una crescita della spesa del 10% rispetto al 2021. Sono stati oltre 550.000 gli oggetti acquistati dagli italiani, per una spesa media annuale di 1.100 euro, e circa 230.000 gli utenti che hanno fatto almeno un’offerta. Cresce anche il numero dei venditori (quasi 55.000) che hanno messo all’asta oltre 750.000 oggetti, di cui circa un terzo acquistati da italiani, il 13% da francesi e l’11% da olandesi.  Nel 2022 sono apparsi sulla piattaforma alcuni degli oggetti più costosi, come un diamante da 6,07 carati del valore di quasi 200.000 euro, una rara opera d’arte di Kippenberger venduta per oltre 120.000 euro, e un fossile di pterosauro, un rettile volante dell’era mesozoica, aggiudicato per 30.000 euro. A dicembre, inoltre, catawiki ha venduto anche il suo 15 milionesimo oggetto, una collezione di francobolli olandesi.

Il lusso traina le vendite

Se i beni di fascia alta rappresentano circa la metà delle vendite, con la moda in testa, registrano un incremento a due cifre anche altri oggetti di lusso da collezione, come orologi, whisky e liquori pregiati. La parola ‘Rolex’ è la ricerca più impostata dagli utenti a livello globale, mentre ‘Swatch’ è stato il marchio che ha registrato la crescita più rapida. Ma gli italiani rimangono veri amanti delle auto. Alcuni dei lotti più apprezzati e comprati dagli utenti italiani sono state automobili: una Mercedes-benz 190 sl del 1957, una Maserati Bora 4.9 v8 del 1973 e una Merak 3.0 del 1975, una Renault Alpine a110 1300 del 1970 e una Volkswagen t1 Deluxe 9 posti del 1974.

Boom della cultura pop

Sport, musica, film e animazione, oltre a pokémon e Lego, si sono classificati tra i temi in più rapida crescita per gli acquirenti nel 2022, con un incremento di oltre tre cifre anno su anno. I fan della musica sono impazziti per i cimeli firmati e il merchandising ufficiale, con una crescita del 180% rispetto al 2021. Anche le carte sportive sono cresciute di oltre il 70%, e i cimeli sportivi, come maglie autografate e foto, sono aumentati di un quarto. Il merchandising cinematografico e televisivo, come poster autografati, personaggi e oggetti di scena, ha invece registrato un aumento della domanda del 30%.

Come sfruttare la detrazione fiscale per grate e inferriate

Sapevi che puoi risparmiare sfruttando la detrazione fiscale a seguito dell’installazione delle inferriate?

Inferriate e grate di sicurezza sono soluzioni valide utilizzate per aumentare il livello di sicurezza in un appartamento, ufficio o negozio.

Questi elementi, installati alle finestre o alle porte, impediscono fisicamente l’accesso non autorizzato all’interno dei locali e proteggono da furti e spaventi il proprietario e/o il nucleo familiare, nonché la merce ed eventuale attrezzatura presente in negozio o ufficio.

Un altro aspetto non meno importante che caratterizza grate di sicurezza e inferriate è quello che riguarda il loro impatto estetico: alcune persone infatti temono che questi elementi possano influire negativamente sull’estetica dell’edificio in cui vengono installate.

Tuttavia, le soluzioni oggi presenti sul mercato sono state progettate per avere un impatto minimo sul design di ogni edificio, garantendo una protezione efficace senza compromettere l’aspetto estetico.

Inoltre, è possibile accedere a interessanti detrazioni fiscali che possono aiutare a ripagare l’investimento, rendendo l’installazione di inferriate e grate di sicurezza una soluzione conveniente sia dal punto di vista della sicurezza che dal punto di vista finanziario, come segue.

La detrazione fiscale per le inferriate

Come probabilmente sai già, la detrazione fiscale è un incentivo che consente di recuperare nel tempo un investimento tramite una riduzione dell’imposta dovuta.

In questo caso specifico, la detrazione fiscale per grate ed inferriate ti permette di ottenere una riduzione dell’imposta dovuta sul loro acquisto ed installazione relativamente alla tua abitazione, negozio o ufficio.

Come funziona la detrazione fiscale per grate e inferriate

La detrazione fiscale per grate ed inferriate funziona attraverso un meccanismo di detrazione in cinque rate annuali.

Ciò significa che potrai detrarre dalle tue tasse una quota pari al 50% del costo sostenuto per l’acquisto e l’installazione delle inferriate, ma dovrai farlo in cinque rate annuali di pari importo.

Quali sono i requisiti per la detrazione fiscale?

Per poter beneficiare della detrazione fiscale per grate di sicurezza e inferriate, ci sono alcuni requisiti che devi soddisfare.

In primo luogo, devi essere in possesso di un immobile che utilizzi come abitazione principale. In secondo luogo, le inferriate devono essere state installate su finestre o portefinestre che danno su strade pubbliche o su spazi comuni condominiali.

In terzo luogo, devi essere in possesso di una fattura che attesti l’acquisto e l’installazione delle inferriate.

Come ottenere la detrazione fiscale relativa alle inferriate

Per richiedere la detrazione fiscale per le inferriate, devi compilare il modello 730 o il modello Unico.

In entrambi i casi, dovrai inserire la spesa sostenuta per l’acquisto e l’installazione delle inferriate nella sezione relativa alle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia.

Inoltre, dovrai allegare alla dichiarazione la fattura che attesta l’acquisto e l’installazione delle inferriate.

Altre soluzioni per la sicurezza di casa

Oltre alle inferriate, esistono diverse soluzioni per garantire la sicurezza di casa. Ad esempio, puoi installare porte blindate, sistemi di allarme o videosorveglianza.

Come probabilmente sai già, anche per queste soluzioni esistono incentivi fiscali che possono aiutarti a risparmiare e recuperare sulle tue tasse.

Tuttavia, è importante verificare i requisiti e le modalità per accedere a tali incentivi, poiché possono variare a seconda del tipo di intervento che andrai ad effettuare.

Per quel che riguarda l’estetica, le grate di sicurezza e le inferriate consentono una ampia scelta e diversi modelli differenti, che possono adattarsi perfettamente a qualsiasi tipo di contesto estetico.

Ci sono soluzioni che si integrano perfettamente con il design esistente, al punto tale da riuscire addirittura a “nascondersi”, o quelle che possono essere personalizzate per abbinarsi al colore o allo stile che si preferisce.

Inoltre, esistono anche opzioni “a scomparsa” che possono essere ritratte e nascoste quando non in uso, mantenendo l’estetica dell’edificio intatta.